di Danilo GALDINO

“Quello che so è che dentro di me è tutto logico. Quell’atmosfera di festa che ho, dentro allo stomaco. Fa che non sia un’altra vana bugia, conta su di me!
E stai tranquillo che non andrò via, io sono qui per te!”
Ci siamo, lo hai voluto e desiderato da quando è uscita la griglia della Coppa Italia, volevi fortemente trovarti dove sarai stasera, a giocarti l’ennesima semifinale che potrebbe spalancare le porte di un’altra finale. Negli occhi in tanti abbiamo ancora le immagini del rigore fallito da Luiz Felipe Ramos, che spalanco le porte della finale alla squadra di Gattuso. Da quella sera sono passati 12 mesi esatti da quel 28 febbraio e ci ritroviamo nuovamente qua davanti al Diavolo rossonero.
È veramente strano quello che sta accadendo nel nostro popolo, in troppi snobbano un evento così importante e non hanno risposto presente.
I Laziali che oggi hanno quaranta, cinquanta, sessant’anni, hanno dovuto attendere parecchi lustri e decenni, prima di poter giocare una finale di Coppa Italia e vincerla. Tra la prima Coppa Italia vinta il 24 settembre del 1958 e la seconda conquistata il 29 aprile del 1998 proprio contro il Milan sono passati quarant’anni.
Quella lunga attesa generò quella sana cattiveria propositiva, quella fame di vittoria capace di rendere possibile qualsiasi impresa e superare qualunque avversario. Da quella sera del 1998 a quella che vivremo tra poche ore sono passati esattamente ventuno anni e di coppe e trofei nazionali ed internazionali la Lazio nostra ne ha vinti parecchi.
In molti di noi quella fame non si è mai assopita, e dopo averla attesa e immaginata per settimane, finalmente è arrivata un’altra sfida contro i rossoneri.
Anche in questa stagione con coraggio, tenacia e determinazione, si è giunti dove arrivammo lo scorso anno, superando i tanti pregiudizi, i soliti preconcetti e tutti quei pronostici sfavorevoli d’estate.
Ecco ci siamo, in Curva Nord ad aspettar una vittoria che col cuore arriverà, la nostra fede sempre quella resterà, non ti lasceremo mai…
Sta per cominciare lo show, lo spettacolo più bello siamo noi, che condividiamo quel senso di ansia ed il malessere che precede ogni grande evento, che condividiamo speranze e sogni, sofferenza e gioia, stanchezza ed entusiasmo, noi e soltanto noi, da sempre figli dello stesso sentimento, quindi fratelli, uniti sotto un’unica bandiera che ha i colori del cielo, gli stessi colori che illumineranno a giorno una notte ricca di emozioni.
Non sarà facile, i tanti infortuni e le assenze importanti, non ci permetteranno di schierare la Lazio migliore, ma è nell’emergenza e nelle difficoltà che bisogna aiutarla e sostenerla ancor di più.
Non temere nulla, perché in ogni caso non sarà successo nulla di insuperabile e in grado di lasciare cicatrici permanenti. Di partite importanti ne abbiamo vinte parecchie e perse diverse, di semifinali di una coppa ne abbiamo disputate tante e continueremo in ogni caso a giocarne altre. Viviamo questa giornata con la tranquillità e la consapevolezza che in ogni caso la nostra vittoria più importante si consuma quotidianamente, nel nostro essere la differenza, la distinzione, l’élite.
Fermati un istante e voltati indietro…
“A volte ci si accorge di aver superato traguardi a cui nemmeno si osava puntare all’inizio dell’avventura. Il fatto è che il cammino, se condiviso con le giuste persone, risulta leggero, piacevole, la fatica lascia il posto alla voglia di fare, di dare, di essere. E ci si ritrova a voltarsi indietro, in un giorno qualunque, e non credere ai propri occhi: quanta strada, cose da folli”.
È la nostra notte fratello, è la nostra notte… io e te spalla a spalla… io e te occhi negli occhi… io e te cuore a cuore… io e te contro tutto e tutti… con orgoglio, in nome dell’amore…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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