di Danilo GALDINO

“Mancò la fortuna, non il valore!” 
Una targa bianca marmorea su un cippo nel deserto egiziano riporta questa frase. A porla furono i Bersaglieri del 7° Reggimento il 1° luglio 1942, quando ancora la strada per Alessandria sembrava a portata di mano. Ma la linea del fronte si allungava, centinaia di chilometri di piste nel deserto, solo sabbia e qualche sasso. I rifornimenti cominciarono a scarseggiare sempre più, i soldati cominciarono a lavarsi addirittura con la sabbia e a razionare acqua e viveri.
Winston Churchill disse alla Camera dei Comuni: “Dobbiamo davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i Leoni della Folgore!”. Il Generale Erwin Rommel, dopo le battaglie di Marsa Matruh ed El Alamein disse: “Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il Bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco”.
La truppa del Mister Inzaghi domenica sera ha stupito l’Italia intera. Sì, alla fine è stata sconfitta dalla Juventus, ma come accadde in battaglia ai nostri valorosi connazionali, a batterli è stata solamente la sorte avversa, un po’ di imprecisione sotto porta e la poca lucidità nei minuti finali. Questa partita sarà ricordata come il giorno in cui gli “Invincibili” bianconeri, furono messi in grande difficoltà come mai era accaduto negli ultimi otto anni.
A questo splendido gruppo “mancò la fortuna, non il valore”, ed infatti al triplice fischio dell’arbitro Guida, tutti i tifosi italiani, compresi gli Juventini ed i vari addetti ai lavori sportivi, hanno concesso l’onore delle armi e regalato un lungo applauso, nonostante il beffardo risultato finale.
“Dobbiamo davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i Leoni della Lazio!”.
Questa immeritata sconfitta, non vanifica tutto quello che di buono e di bello è stato fatto in questa splendida partita. La realtà parla di un gruppo pieno di talento e qualità, con diversi giocatori che tutti i tifosi delle squadre italiane vorrebbero avere. Una squadra che in una fredda e piovosa sera di gennaio, è tornata ad impressionare come la scorsa stagione, ed è proprio da questo aspetto che bisogna ripartire tutti insieme.
Nonostante un avvio di stagione poco convincente da parte di quei giocatori che hanno fatto la differenza, parecchi infortuni che hanno limitato le scelte del Mister e mutilato una rosa in vari reparti, un mercato estivo che non ha reso come tutti si aspettavano, un mercato invernale che a 72 ore dalla conclusione non ha portato nulla di nuovo e di buono, siamo ancora a ridosso delle primissime posizioni. Continuando a giocare come domenica, possiamo recitare un ruolo da protagonisti fino alla fine del campionato e toglierci grandi soddisfazioni.
Stringiamoci ancor di più intorno a questo fantastico gruppo guidato da un Mister Laziale, ora bisogna serrare i ranghi, curare le ferite, recuperare gli infortunati e continuare a credere. Adesso bisogna sostenerli ancor di più e non farli mai sentire soli ed in balia degli eventi negativi.
Tra 48 ore, ci sarà un altro impegno estremamente difficile: un quarto di finale di Coppa Italia contro l’Inter dei milionari cinesi, direttamente alla Scala del calcio. Una partita che vale un biglietto per le semifinali di quella competizione che negli ultimi anni è spesso stata, la Coppa Juventus e Lazio. Un’eventuale vittoria, sarebbe fondamentale per ridare slancio ad una intera stagione e aumentare convinzioni e autostima. Superare i nerazzurri, manderebbe un segnale forte e chiaro a tutti i nostri avversari: i leoni della Lazio continuerebbero ad essere un pericolo per chi tra mille difficoltà, vorrebbe mettere le mani su certi traguardi molto remunerativi.
Il Mister Eugenio Fascetti, più di trent’anni fa, ce lo ha insegnato: “Chi vuole, resti. Chi non se la sente, può andar via subito. Chi resta combatte fino alla fine.”
In quell’occasione rimanemmo tutti… sì tutti quelli che non tradiscono mai e non si danno mai per vinti. Tutti gli altri, che tentennano e meditano la resa, non sono mai serviti prima e non serviranno mai a nulla adesso.
Servono leoni in campo e fuori per raggiungere ciò che appare difficile e a limite dell’impossibile, servono quelle persone che hanno reso possibile tutto quello che di straordinario si vissuto negli ultimi anni e in 119 anni di storia.
Serviranno i leoni che hanno tolto il respiro a Cristiano Ronaldo e fatto vacillare la squadra più forte d’Italia.
Serviranno Laziali duri da battere, che siano più forti di chi governa, gestisce e pilota il calcio italiano.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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