di Danilo GALDINO

La caduta di Cartagine rappresenta l’atto conclusivo della terza guerra punica, iniziata nel 149 a.C. e terminata tre anni più tardi con la distruzione della città stessa, per opera dei legionari del generale romano Scipione Emiliano.
Cartagine fu completamente rasa al suolo, le sue mura abbattute, il suo florido porto distrutto, ogni abitazione o tempio venne dato alle fiamme. Come la tradizione ci riporta, al termine di tutto questo, i romani sparsero sale sulle rovine della città, a simboleggiare che più nulla doveva sorgere su quella terra.
Il sale avrebbe inaridito anche i terreni più ricchi e rigogliosi, costringendo le generazioni future dei popoli sconfitti a migrare in nuove terre, lontano dalle proprie radici.
Tutto quello che sta accadendo negli ultimi anni, dovrebbe far riflettere tutto il popolo Laziale. Ogni giorno montagne di sale vengono lanciate contro di noi dalle mani sporche di chi maneggia soldi, potere e interessi di ogni genere. Provare in tutti i modi ad inaridire ogni zolla della nostra fertile terra, limitare la nostra crescita, screditare la nostra immagine e provare a nascondere o far dimenticare una storia ricca di figure importanti e vittorie emozionanti. Sfiancare e stritolare ogni ardore, soffocare ogni speranza e desiderio di lottare, allontanare e demoralizzare più persone possibili, indebolire e isolare gli animi più ribelli e furenti.
Spaccare e dividere un popolo pericoloso e fastidioso, generando continui scontri fratricidi tra figli dello stesso sentimento.
“Divide et impera”… “Dividi e comanda”.
Questa locuzione latina spiega che il migliore espediente di una tirannide o di un’autorità qualsiasi per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità, malessere e fomentando discordie.
Da millenni che accade tutto questo in vari ambiti, ma molti di noi ancora non l’hanno compreso.
Non potrà mai essere una sconfitta immeritata a provocare un male atroce, ma constatare che qualcuno in modo astuto e intelligente, sta provando a sgretolare ed inaridire un popolo straordinario, continuando indisturbatamente a cospargere sale ovunque.
In tutti questi anni il sale nocivo cosparso dagli organi si informazione, ha incrinato e rotto legami forti, ha demolito e attaccato ferocemente persone valorose, ha allontanato tanti tanti figli del nostro stesso sentimento di ogni età e generazione. Tutti questi continui abusi, hanno fatto solo il gioco di chi governa e decide ogni cosa forte del suo potere.
Io non sono nessuno, per giudicare e dire cosa è giusto o cosa è sbagliato, ma questa non è una semplice visione soggettiva, ma la cruda realtà oggettiva che si vive quotidianamente.
Scagliarsi contro un Laziale anziché proteggerlo e guardargli sempre le spalle, è il peggiore degli errori che si possa commettere.
Io, tu, TUTTI possiamo sbagliare o aver sbagliato, chi si crede infallibile e giudica gli altri è solo un uomo prigioniero del proprio ego. Chi non si mette mai in discussione e non sa chiedere scusa, è un piccolo uomo senza umiltà e dignità.
Un popolo per essere tale non deve mai smarrire tre aspetti fondamentali: rispetto, senso d’appartenenza e volontà.
Questi tre capisaldi ci hanno reso invincibili per più di un secolo, la compattezza e l’unità di intenti comuni, ci hanno fatto superare momenti durissimi, critici e drammatici. Serve nei prossimi mesi restare uniti e compatti, serve affrontare tutti i nostri avversari sostenendoci ad oltre l’un con l’altro, serve non dimenticare cosa significhi veramente essere un popolo costretto a scontrarsi e battersi ogni giorno contro il resto del mondo.
Servono i preziosi consigli dei poeti guerrieri più grandi, l’ardore e la forza dei più giovani, il rispetto di sentirsi tutti uguali e utili, perché se qualcuno non lo ricorda più, siamo tutti Laziali… ognuno a modo suo ama, ha una sua storia personale, si comporta come può e si relaziona come vuole.
Chi era a Cava dei Tirreni, a San Benedetto del Tronto o agli spareggi a Napoli è un patrimonio, chi con i suoi 18 anni era sabato allo stadio a gridare forza Lazio è un patrimonio, chi segue la Lazio nostra in ogni città d’Italia è un patrimonio, chi con un handicap è seduto su una carrozzina e piange nel vederla perdere è un patrimonio, chi con il grembiulino oggi andrà a scuola e si contrapporrà agli sfottò dei compagni di classe è un patrimonio da preservare. Educare e proteggere sempre tutti indistintamente, perché ognuno di noi è una risorsa e un patrimonio prezioso per il nostro popolo e durante le battaglie quotidiane che sosteniamo.
Spinoza diceva che: “Chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza”.
L’unico antidoto per combattere e sconfiggere la tristezza, è l’aggregazione.
Quando sei in compagnia di chi è come te, sei felice, spensierato e dimentichi tutto ciò che di orribile viene scritto e detto su di noi. In due, in tre, in cento o in mille, tutto diventa più semplice da affrontare, superare e risolvere. Quando la Lazio vince i Laziali sono felici o almeno dovrebbe esserlo tutti, ma ciò che conta più di un successo o un trofeo è il rispetto… il popolo Laziale pretende rispetto da chi governa e gestisce.
Fino a che non torneremo tutti ad aiutarci e difenderci l’un con l’altro, continueremo ad essere bersagli e ostaggi di ciò che non ci rappresenta e non ci ama. Non più prigionieri di una fede, ma ostaggi dell’odio e dell’aridità.
Te lo ha insegnato tuo padre e prima ancora tuo nonno: la gente come noi non molla mai… lo sai?!?
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.