Giampiero Galeazzi è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli, ricordando l’intervista a Domenica In di domenica in cui ha raccontato la sua fede laziale incrollabile e il racconto dello Scudetto del 2000:

Si pensa sempre di essere collaudati di fronte a certi sentimenti, invece certe emozioni ti riempiono il cuore e capita di dimostrarlo anche davanti a tutta la gente davanti a uno schermo. La professionalità di un giornalista è un discorso di preparazione e di professionalità. Come giornalista Rai ho fatto fatica a far capire che fossi laziale, facendo le partite della Roma tutti pensavano che fossi tifoso giallorosso e quando andavo al Nord tutti si lamentavano che fosse un giornalista della Roma a commentarla. Non credevano che fossi laziale mentre raccontavo la Roma degli anni d’oro dei primi Ottanta, con la vittoria dello Scudetto: a quel punto decisi di dichiarare di essere laziale, pur non essendo quel tifoso laziale che si augura che la Roma perda, a parte nel derby. Ma non arrivo al punto di tifare contro nelle altre partite, essendo uno sportivo nato nel canottaggio.

Fu molto emozionante lo Scudetto del 2000: abbandonai la telecronaca del tennis quando dovevo andare a fare le interviste. Non era previsto assolutamente nulla, tutto fu improvvisato: mi portai dietro la troupe del tennis, al Foro Italico, e la feci camminare verso di me con la radio all’orecchio in attesa delle ultime battute della partita Perugia-Juventus. A quel punto il servizio era già nato, facendo sentire che la Lazio stava per vincere lo Scudetto: camminando incontro un Frate, gli dissi, “c’è un Dio allora!” perché mi sembrava davvero il frutto del fato, e poi le cose andarono come sappiamo ed entrai all’interno dello stadio, in Curva Nord, per festeggiare. Questo è stato un momento importantissimo sia professionalmente sia come tifoso: non c’era nessuno della Rai, a parte chi doveva fare la sintesi della partita. Erano tutti a Perugia, e io fui l’unico testimone tra i giornalisti di quel momento.

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