di Danilo GALDINO

“La stagione dell’amore viene e va. 
I desideri non invecchiano quasi mai con l’età. Se penso a come ho speso male il mio tempo che non tornerà, non ritornerà più. La stagione dell’amore viene e va all’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà. Ne abbiamo avute di occasioni perdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai. Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
 Nuove possibilità per conoscersi.
 E gli orizzonti perduti non ritornano mai.
 La stagione dell’amore viene e va…”
I grandi cantautori di oggi come Franco Battiato, sono un po’ come i poeti delle epoche passate, trasformano versi ed emozioni in melodia. Sono fonte di ispirazione e descrivono meravigliosamente sentimenti e comportamenti quotidiani.
Per molti la stagione dell’amore verso un ideale che ha gli stessi colori del cielo, viene e va. Diversi Laziali che si erano definiti disamorati, disaffezionati, delusi, negli ultimi tre anni si sono riavvicinati, qualche altro ancora no, ma per tanti tanti figli del nostro stesso sentimento la stagione dell’amore, non segue le pagine del calendario. Noi non contiamo la nostra vita in anni solari, ma in stagioni calcistiche: è cominciata il 19 agosto 2018 con la sfortunata sconfitta casalinga contro il Napoli e terminerà il 26 maggio 2019 a Torino contro i granata.
Stagione dopo stagione con la Lazio nel cuore, una vita intera fatta di estrema fedeltà, orgoglioso senso d’appartenenza, straordinaria aggregazione e amore incondizionato.
“I desideri non invecchiano quasi mai con l’età…” ed infatti tra di noi ci sono fantastici poeti guerrieri con qualche ruga sul viso, i capelli d’argento e lo stesso spirito immutato del fanciullo d’un tempo.
“Se penso a come ho speso male il mio tempo che non tornerà, non ritornerà più…” infatti per tutti prima o poi arriverà il momento dei bilanci e dei rimpianti. Chi si sta privando di qualcosa di speciale per l’antipatia che si prova nei confronti di qualcosa o qualcuno, un domani nel giorno dei bilanci affogherà nel mare dei rimpianti per non aver partecipato a tutti i momenti più o meno esaltanti vissuti accanto a ciò che si ama.
Per i più romantici e nostalgici, questa Lazio nostra di Simone Inzaghi nelle ultime tre stagioni è un continuo richiamo al passato più bello ed emozionante. A tratti ha ricordato la Lazio in bianco e nero di Tommaso Maestrelli, in altre occasioni quella mai doma di Eugenio Fascetti, lo scorso anno quando attaccava e seppelliva gli avversari sotto montagne di reti assomigliava a quella di Zeman, nelle notti vincenti vissute contro la Juventus ha rievocato la Lazio del 2000 di quel centravanti che oggi la guida dalla panchina, per come sa barcamenarsi tra le varie difficoltà in campo e fuori richiama alla mente la Lazio del Presidente Ugo Longo.
Il merito di questa Banda Inzaghi è che ogni volta riesce a stupire e piacere un po’ di più, a non abbattersi davanti alle prepotenze e gli abusi di potere dei burattinai del calcio italiano.
Questa è la Lazio nostra, dove per la prima volta dopo un decennio di attriti, dissapori e incomprensioni, finalmente squadra, società e tifosi sono uniti e affrontano tutti e tutto insieme, spalla a spalla.
Perché rinunciare a tutto questo?
È la domanda più ricorrente tra di noi e che continua a non avere una risposta logica e comprensibile.
Ora che siamo entrati ufficialmente nel periodo più importante di questa stagione, con i prossimi due mesi che decreteranno verdetti importanti: Coppa Italia, Campionato, Europa League e Champions League.
È arrivato il momento in cui TUTTI insieme dobbiamo andare a prenderci ciò che desideriamo e che ci è stato sottratto ingiustamente sul finire della scorsa stagione.
Si ricomincerà tra otto giorni con una partita di Coppa Italia che riporta alla mente le grandi gesta della leggenda Silvio Paola: sabato 12 gennaio alle ore 15:00 affronteremo il Novara.
Sarà sicuramente una partita da Laziali con la filigrana, di quelle che verranno ricordate da pochi irriducibili poeti guerrieri. Un po’ come quel Lazio-Siena vinto faticando e in modo rocambolesco ai calci di rigore, che ci permise di arrivare alla finale del 26 maggio del 2013.
L’ultima partita del 2018 ci ha riportato indietro all’11 dicembre 2017, un giorno che verrà ricordato come il plateale attacco del sistema ad una squadra e un’intera tifoseria. Ad un anno esatto di distanza, la partita casalinga contro i granata, fu una delle giornate più scandalose a livello di errori arbitrali degli ultimi 20 anni. L’arbitro Giacomelli quella sera decise di fermare la corsa della Banda Inzaghi con una serie di decisioni e valutazioni, a limite del ridicolo e del paradosso. Quel giorno tutti noi, uscendo furenti dall’Olimpico, comprendemmo bene che sarebbe stato veramente difficile, far parte del novero di quelle quattro squadre che avrebbero partecipato alla prossima Champions League incassando tanti soldi. È passato un intero anno, e la situazione si è ripetuta un’altra volta. Un bruttissimo déjà vu con l’arbitro Irrati a vestire i panni del Giacomelli di turno. Siamo arrivati alla fine del girone d’andata e la Lazio nostra, nonostante tanti altri sgambetti, continua a stazionare al quarto posto in classifica. Per mantenere questa posizione fino al 26 maggio, serviranno nei prossimi mesi tanti altri Laziali allo stadio, qualche nuovo acquisto da parte della società in questa finestra di calciomercato e tutta la determinazione che possiede ogni nostro calciatore.
Cambia tanto, cambia tutto, tranne la stagione dell’amore, quella vive ogni anno momenti esaltanti e altri più difficili, emozioni che fanno palpitare forte il cuore ed altre che fanno arrabbiare e abbattere. Tutti questi momenti comunque, si custodiranno per sempre nel forziere dei ricordi, quindi continuiamo a godercela questa strepitosa stagione dell’amore.
“I desideri non invecchiano quasi mai con l’età…”, e con lo stesso ardore e la forza dei nostri vent’anni, accingiamoci a dar battaglia al mondo intero. C’è qualcosa di incredibilmente bello e importante proprio la davanti a noi, non smettiamo di lottare e crederci proprio ora.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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