di Danilo GALDINO
“Gli amici che abbiamo perduto non riposano nella terra, sono sepolti nel nostro cuore; è Dio che ha voluto così perché li avessimo sempre con noi”.
È proprio nel nostro cuore che da ieri troverà uno spazio importante il nostro Felice Pulici, in quella parte in alto a sinistra del nostro petto, riabbraccerà Tommaso, Giorgio, Luciano, Mario, Bob e tutti gli altri.
Sono ore che quel senso di vuoto, di smarrimento, di malessere, non se ne va, perché Felice non è stato solamente il numero 1 di quella Banda del ‘74 Campione d’Italia, Felice è stato molto, molto di più…
Felice è stato tutto, un po’ come un altro grande numero uno come Bob Lovati. Non è un caso che entrambi alzarono in cielo con quelle loro grandi mani forti e sicure, i primi due trofei della nostra storia.
Felice come Bob ha fatto tutto per la Lazio, Felice come Bob è stato tanto per la Lazio, Felice come Bob erano, sono e saranno per sempre la Lazio nostra.
Portiere e campione d’Italia, dirigente, direttore sportivo, responsabile del settore giovanile, avvocato, allenatore, ma soprattutto: Laziale con la filigrana.
“Felix” come era soprannominato dai tempi in cui con la sua maglia nera, regalava balzi felini tra i pali, parava anche l’aria, difese la nostra porta per 150 partite di fila, ma Felice ha sempre difeso la Lazio ed i Laziali, in modo furente e passionale, con la purezza di chi ama ed il calore di chi è abituato a lottare sempre.
Felice ci ha difeso sempre… in porta, a bordo campo, nelle stanze istituzionali, nelle aule del Tribunale durante lo scandalo di calciopoli, nei bar di Boccea che amava frequentare, per le vie del suo quartiere Casalotti, davanti a telecamere e microfoni. Felice è stato in tutti i giorni della sua vita il nostro primo difensore.
Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo e parlarci, intuiva immediatamente quanto fosse innamorato inguaribilmente di Lazio.
“La Lazio non è una squadra di calcio. La Lazio ti entra dentro, ti cattura, è lei che ti sceglie, e come i giovani figli di Sparta attrae a sè solo chi è disposto a soffrire, perchè quando c’è la Lazio in mezzo non c’è mai nulla di facile….”
Felice Pulici, era ciò che esprimeva in ogni sua parola colorata di bianco e celeste, in ogni sua emozione colorata di bianco e celeste, in ogni sua lacrima, sorriso o difesa ad oltranza, sempre tutto colorato di bianco e celeste.
Felice Pulici, continuerà a rappresentare sempre la parte più indomita e coraggiosa dell’esser Laziale, resterà sempre la parte più pura e candida dell’esser Laziale, sarà presente in eterno nel nostro cuore perché Dio è la che lo ha voluto collocare, in modo che lo avessimo sempre accanto a noi.
Sarà impossibile, stasera guardando giocare la Lazio nostra a Bergamo, non dedicare uno, dieci, cento pensieri a Felice, perché lui al pari di Tommaso, Giorgio, Luciano, Bob, Vincenzo, Gabriele, Aldarello e tutti gli altri, sono vivi in ogni dettaglio, particolare, azione, ricordo ed emozione.
“Quanti eroi ci hai dato tu, noi innamorati persi sempre più, la tua storia è dentro noi, più indelebile che mai, quanti non ci sono più, ma vivono perché esisti tu che sei la nostra gloria, che sei la mia vittoria, la mia bandiera al vento, il nostro canto…”
Buon viaggio Pu Pu Pulici…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!