di Danilo GALDINO

Lo scrittore statunitense Ambrose Bierce, sul finire del 1800 spiegó che:
“Ingiustizia. Un peso che, fra tutti quelli che addossiamo agli altri, o portiamo noi stessi, risulta leggerissimo quando viene dalle nostre mani, e pesantissimo quando ci grava sulle spalle…”
Da quando esiste l’uomo esistono persone o entità che maramaldeggiano con i più deboli esercitando il potere di cui dispongono, lo fanno con estrema disinvoltura come se fosse naturale e scontato, ma quando raramente si incrociano con realtà più forti e potenti trasformandosi da martello a incudine i loro lamenti e le loro lacrime riecheggiano ovunque e innondano ogni cosa.
“Il rigore non dato alla Roma è un errore inconcepibile di cui si occuperà il designatore. Non riesco a capire come si sia potuto farlo. Hanno ammesso l’errore? E secondo voi, come si fa a dire di no. È un errore, purtroppo, siamo dispiaciuti perché è un errore evitabilissimo, non era una situazione difficile. Arbitro e Var non comunicano? Non è vero. Io mi domando solo perché non lo hanno fatto ieri. Ho parlato con loro, certamente. Cosa dicono? Che bisogna lavorare per evitare questi errori evitabili”.
Il presidente dell’Associazione Italia Arbitri Marcello Nicchi, sugli arbitri Rocchi e Fabbri che domenica sera non hanno fischiato un fallo in area su Zaniolo.
Ma lo stesso Presidente dell’A.I.A. Nicchi subito dopo lo scandaloso arbitraggio e gli incredibili errori di Giacomelli e di Di Bello in occasione di Lazio-Torino di un anno fa, disse in modo salomonico: “Non commento, non rientra nelle mie mansioni”.
Che il campionato italiano sia di anno in anno, sempre meno credibile e sempre più condizionato e influenzato dagli interessi di potere, politici ed economici, ormai è chiaro un po’ a tutti, ma quello che siamo costretti a leggere e ascoltare da tre giorni, è veramente nauseante.
“Ed è sempre stato facile, fare delle ingiustizie. Prendere, manipolare e fare credere, ma adesso state più attenti, perché ogni cosa è scritta…”
Vasco Rossi e Dante Alighieri, voi direte cosa hanno in comune la rock star di Zocca e lo scrittore poeta fiorentino?
Nonostante siano di 2 epoche distanti quasi 800 anni, hanno espresso concetti diversi, ma simili che spiegano perfettamente alcune situazioni che si vivono da sempre.
I latini la definivano “contra e patito”, il sommo poeta la descrisse come la legge del contrappasso, che è un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia a essa. È presente nella Divina Commedia e in numerosi contesti storici e letterari d’influenza religiosa.
Ciò a cui abbiamo assistito domenica scorsa non si discosta tanto dalla serie infinita di sviste arbitrali degli ultimi 16 mesi, ma in tutte quelle occasioni nessuno si scandalizzò in modo così eclatante e persistente. Di esempi come questo potremmo farne altri 2-4-6-8-10… la squadra più forte e potente degli ultimi tempi, quella che ci ha sempre messo più in difficoltà, non è la Juventus come in molti credono, ma quella composta da
Abisso di Palermo, Banti di Livorno, Calvarese di Teramo, Damato di Barletta, Di Bello di Brindisi, Fabbri di Ravenna, Gavillucci di Latina, Giacomelli di Trieste, Guida di Torre Annunziata, Irrati di Pistoia, Manganiello di Pinerolo, Maresca di Napoli, Massa di Imperia, Mazzoleni di Bergamo, Orsato di Schio, Pairetto di Nichelino, Rocchi di Firenze e il tanto compianto Tagliavento di Terni…
Ad ogni loro grave errore dove erano il Presidente Nicchi e tutti i Direttori di testata? In tutti quei casi nessuno commentò indignato e amareggiato, ma giustificò e difese a spada tratta tutti questi bravi ragazzi.
“Ed è sempre stato facile, fare delle ingiustizie. Prendere, manipolare e fare credere, ma adesso state più attenti, perché ogni cosa è scritta…”
Sarà veramente difficile centrare per la Lazio nostra il quarto posto in classifica anche quest’anno, ma non per limiti tecnici o di altra natura, semplicemente perché il sistema che detiene il potere del calcio italiano e coinvolge organi federali, istituzionali e mediatici, ci vorrebbe morti e perennemente fuori dai giochi che contano. Qualche Laziale si è arreso dopo la delusione del 20 maggio scorso, altri da ancor prima, ma tanti altri di noi ancora no. La speranza è che la Banda Inzaghi torni già da sabato a rendere la vita difficile a tutte queste persone, perché noi abbiamo una sola possibilità per far saltare i piani di Presidente Federali, imprenditori e faccendieri, direttori di quotidiani e commentatori televisivi: VINCERE! Lottare e vincere, lottare e vincere sempre, senza mai smettere di vincere e lottare… TUTTI insieme!
Non ci amano e mai ci ameranno, e solo questo sarebbe un buon motivo per non mancare sabato sera all’Olimpico e sostenere fino alla vittoria la Lazio nostra.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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