di Danilo GALDINO

“La cosa migliore e più sicura è avere equilibrio nella tua vita, riconoscere i grandi poteri attorno a noi ed in noi. Se riesci a farlo, e vivere in quel modo, sarai davvero una persona saggia…”
Il grande drammaturgo greco Euripide spiegava questi concetti a metà del 400 a.C. e ancora oggi sono illuminanti.
La sconfitta di ieri sera per 2-0 contro un modesto avversario cipriota, ha sicuramente lasciato tanto amaro in bocca e deve far riflettere tutti.
Sì, tutti… dal Mister Simone Inzaghi, a tutti gli elementi della rosa, dalla dirigenza alla proprietà, fino ad arrivare a molti tifosi.
La prima considerazione da fare, è che tutte le partite di campionato ed Europa League che affronteremo fino al termine della stagione, saranno piene di trappole, insidie e difficoltà. Anche in un incontro dove la posta in palio non era vitale e indispensabile, i nostri ragazzi non dovevano dimenticare che siamo la S.S.Lazio. Dietro a questo nome, c’è una storia ultra secolare, un popolo di innamorati e una maglia che vanno onorati sempre.
Una squadra scesa in campo con poco furor agonistico e senza troppe motivazioni, composta per 9/11 da tanti giovani, da seconde e terze linee, e calciatori quasi mai utilizzati dall’inizio della stagione. In ambito Europeo, non si può concedere a nessun avversario un vantaggio di questo tipo.
Le notizie che arrivavano dopo pochi minuti da Francoforte, sicuramente non hanno aiutato, ma ugualmente si chiedeva qualcosa in più da chi aveva una chance per mettersi in mostra.
Ciò che però manca a molti di noi è l’equilibrio e la consapevolezza, diversi Laziali si esaltano e deprimono con la stessa facilità, perdendo sempre di vista la realtà.
E andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… su e giù… su e giù…
Le montagne russe dei labili sono passate dalla rosa corta e inadeguata da ottavo posto di questa estate, dallo sconforto e le critiche per le prime due sconfitte stagionali contro Napoli e Juventus, per poi salire gradualmente… una, due, tre vittorie. Dobbiamo c’entrare l’Europa a fine stagione, un’altra vittoria e siamo sicuramente da Champions. Un brutto scivolone nel derby e la sconfitta di Francoforte, hanno scaricato di colpo l’autostima di tanti come fosse un contachilometri truccato.
E andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… su e giù… su e giù… su e giù…
Questa Lazio non reggerà l’urto dei tanti impegni ravvicinati e dei tanti infortuni. Una, due, tre vittorie preziose e si è subito riparlato di un quarto posto da conquistare agevolmente e di riprenderci quella partecipazione alla prossima Champions League che ci era stata scippata il 20 maggio scorso.
E andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… su e giù… su e giù… su e giù…
La doppia vittoria europea contro il Marsiglia finalista della scorsa edizione e la conseguente qualificazione raggiunta con due turni di anticipo e si tornati a salire, poi due pareggi in campionato e la sconfitta di ieri sera ed eccoci nuovamente sbattuti dietro la lavagna con il cappello con le orecchie da somaro in testa.
Cerchiamo di analizzare con lucidità ed equilibrio tutto: questa squadra sta facendo una buona stagione, contro ogni più rosea previsione. Il Mister Simone Inzaghi, partita dopo partita senza poter contare su diversi giocatori importanti infortunati e alcuni big fuori forma, ha plasmato un gruppo d’acciaio composto da giovanissimi talenti e campioni più esperti, riuscendo a piazzarsi al quarto posto in classifica.
Tutti ai nastri di partenza dicevano che la Lazio nostra non aveva una rosa nei 22 giocatori, ricca, numerosa e all’altezza della Juventus, del Napoli, dell’Inter, degli altri e del Milan, eppure si trova con merito da agosto ad oggi vicina e appaiata a queste formazioni.
Questo gruppo gioca, lotta, reagisce, entusiasma ed è vicino a noi tifosi.
Questa squadra nonostante diverse difficoltà, ha tagliato il traguardo della qualificazione in una competizione importante come l’Europa League e conquistato l’accesso ai sedicesimi di finale con due turni d’anticipo, zittendo tutti i pessimisti e gli scienziati che la definivano una rosa non in grado di sostenere contemporaneamente e al meglio le due competizioni.
Questa squadra è la Lazio che sognavamo questa estate mentre scrutavamo le Tre cime di Lavaredo: la Lazio dei Laziali, una Banda che entusiasma entusiasmandosi, gioca e vince insieme al suo popolo. Quindi, ora che finalmente ce l’abbiamo, godiamocela.
Se qualche comunicatore, giornalista, addetto ai lavori, blogger o semplice tifoso triste e lagnoso anche questa mattina piangerà alimentando sconforto e pessimismo per una sconfitta inaspettata, sorridete pensando che queste persone non servono a nulla. Loro da agosto ad oggi non hanno contribuito minimamente a ciò che di bello stiamo vivendo e ci stiamo regalando con amore, tenacia e determinazione.
La Lazio nostra non la trovate nelle lacrime e nei continui lamenti di questa gente, ma nei sorrisi felici dei poeti guerrieri biancocelesti che sono presenti all’Olimpico e in ogni settore ospiti di qualsiasi stadio d’Italia e d’Europa.
Una delle poche note positive nello scivolone di ieri, è arrivata all’85 minuto, quando un evanescente Caceido ha lasciato il posto a Nicolò Armini. Il giovanissimo difensore dei castelli romani, classe 2001, ha fatto il suo esordio con la prima squadra in un’importante competizione europea. Nicolò Armini è un predestinato, il primo millenial del nostro vivaio a esordire con i grandi, Capitano della primavera e delle nazionali under.
Con i suoi 17 anni, 8 mesi e 22 giorni, Nicolò Armini è il più giovane giocatore della Lazio ad aver esordito in una competizione Europea, dopo Marco Di Vaio.
Vedere nella stessa sera in campo europeo: Cataldi, Murgia, Rossi e Armini è motivo di soddisfazione e orgoglio, ma tutti i nostri giovani Laziali dovranno avere tempo e tranquillità per completare il loro processo di crescita e maturazione.
Messa alle spalle questa brutta serata di Nicosia, dobbiamo immediatamente concentrarci su un appuntamento di campionato importantissimo, domenica alle ore 18:00 a Verona. Non possiamo però fare brutte figure come quelle di ieri sera, perché noi siamo la SS Lazio.
Come vedi sono qua, monta su, non ci avranno, finché questo cuore non creperà, di ruggine, di botte o di età.
Pronti a sostenerla ancor di più, ancor più forte, urlando contro il cielo tutto il nostro amore incondizionato…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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