di Danilo GALDINO

“Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d’una ingiustizia che non t’aspettavi, d’un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po’ di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s’accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono…”
La scrittrice Oriana Fallaci spiegava perfettamente cosa è in grado di fare la delusione.
La delusione è uno stato d’animo che nasce dopo aver constatato che una determinata persona non era come si pensava fosse. Ma la delusione non è solo in considerazione di persone, bensì di speranze, aspettative, che si erano costruite nel nostro cervello in un modo e che non si sono rivelate tali.
Nel corso della nostra vita a tinte biancocelesti diverse volte siamo rimasti delusi da sconfitte sul campo di gioco, da promesse non mantenute, da comportamenti e atteggiamenti ambigui, da scelte dettate da interessi personali, dal cinismo di qualcuno o dalla superficialità di ragazzini viziati. Ci hanno deluso o fatto del male in molti: istituzioni, arbitri, proprietari, dirigenti, allenatori e calciatori, ma tutto scorre e tutto passa ininterrottamente da 118 anni, semplicemente perché l’amore si auto rigenera continuamente e supera ogni ostacolo.
Le delusioni però indeboliscono, rendono le menti più labili e condizionabili, in diversi casi creano dei veri e propri vuoti di memoria, facendo perdere di vista la realtà e cosa si è fatto nel corso del tempo. Tutti possiamo essere delusi da una sconfitta, non una sconfitta qualsiasi, ma in occasione di una partita diversa da tante altre per mille motivi, ma non dobbiamo permettere a nessuno di stravolgere o strumentalizzare a proprio piacimento tutto quello che è stato fatto ed è veramente accaduto nel corso del tempo.
Delusi da una prestazione non da Banda Inzaghi, delusi da un derby non giocato da derby, delusi da scelte discutibili, atteggiamenti svogliati, da una mancata reazione, dall’assenza di sano veleno sportivo, da un solo cartellino giallo preso in 94 minuti di gioco e da tanto altro. Delusi, ma consapevoli che tutto quello che di buono si è fatto non può dissolversi in un sabato pomeriggio di fine settembre. Quando qualcuno che sostieni ad oltranza ti delude, ha un solo modo per recuperare la fiducia persa: dimostrare!
Non servono troppe parole, promesse, proclami o frasi ad effetto, serve solamente tanto lavorare per recuperare in fretta l’onore perduto.
Chi non si mette mai in discussione è destinato a regredire gradualmente, chi non cerca di spingersi mai oltre è destinato a un ruolo marginale, chi si adagia su ciò che ha dimostrato precedente è finito prima ancora di cominciare una nuova sfida.
Ieri è arrivata l’ufficialità dei rinnovi contrattuali fino al 2023 per Ciro Immobile e Sergej Milinkovic Savic. La società ha dimostrato riconoscenza per ciò che hanno fatto vedere fino ad venerdì scorso con la maglia della Lazio nostra.
Ora sta a loro e tutti gli altri componenti della rosa ripagare la fiducia datagli.
Quando esplodi e ti metti in mostra, quando cresci e diventi grande, quando l’opinione pubblica ti riconosce meriti e valore, le aspettative aumentano e bisogna dare ancor di più.
Qualcuno tutto questo lo ha forse dimenticato, qualcuno ha forse perso di vista l’importanza di indossare la stessa maglia di Piola, Chinaglia, Giordano, Signori, Gascoigne, Nesta, Nedved, Veron, Mancini, Klose e tanti tanti altri campioni indimenticabili.
L’occasione è a portata di mano, perché tra un paio di giorni, si tornerà a giocare con l’aquila sul cuore, davanti agli occhi di tutta l’Europa.
“Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d’una ingiustizia che non t’aspettavi, d’un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po’ di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s’accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono…”
Il perdono è l’unica via che riavvicina alla gioia, ma va meritato e riconquistato. Chi ama incondizionatamente sa perdonare, ma chi viene amato in modo estremo deve saper dare il giusto valore a qualcosa di così inestimabile e prezioso.
Per ogni ora passata in campo e non ti sporchi neanche la maglietta, ci vuol sudore e un minimo di cuore se non vuoi lo zero a zero.
Per ogni passo strisciato, stanco e nel frattempo tutto il resto è fretta, e la scelta è o resti fuori o corri per davvero.
C’è chi corre e chi fa correre, e c’è chi non lo sa, io so solo che, io so solo che, quando tocca a te, tocca a te…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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