di Danilo GALDINO

“Te lo faccio vedere chi sono io…
Una squadra come la nostra che vince e diverte da tre stagioni, non viene mai esaltata nel giusto modo? Ma che succede? Ma siamo tutti pazzi?
Ma io adesso sai che cosa faccio?
Che ore sono? Le 8:00? Io fra… guarda… fra pochi minuti, io accendo il microfono e te lo faccio vedere chi sono io!”
Queste parole, non le avrebbe cantate Piero Ciampi, ma le avrebbe irradiate il più grande conduttore radiofonico che l’fm capitolino abbia mai avuto.
È difficile spiegare come sia stato possibile che un uomo nato a Merano il 27 settembre di 78 anni fa, sia stato capace di irradiare tante e tante emozioni ad un popolo straordinario come quello Laziale. Sì, un vero artista eclettico: intelligente, sensibile e umano, arrivato da una città che dista 665 chilometri dai rioni ed i quartieri della Capitale. Un conduttore radiofonico, amante del teatro, della poesia e attento alla solidarietà verso il prossimo, che come tante altre persone nate lontane dalla nostra città, si sono ammalate inguaribilmente di Lazio e hanno dedicato gran parte della loro vita, a raccontare e narrare le meravigliose avventure del romanzo più avvincente, struggente ed emozionante che sia mai stato scritto: S.S.LAZIO 1900.
Te lo faccio vedere chi sono io… semplicemente Gianni Elsner. Oggi nel giorno del suo compleanno, è doveroso ricordare una persona speciale. Sì perché Gianni non è stato solamente un punto di riferimento della comunicazione biancoceleste, ma un uomo che ha aggregato, intrattenuto, aiutato e fatto riflettere un po’ tutti. Un uomo che attraverso la sua figura ed il suo grande cuore, ha tracciato un solco indelebile che ancora oggi è fonte di sostegno per tanti bambini poco fortunati. Personalmente se da 15 anni faccio questo lavoro, il merito o il demerito dipende dai punti di vista, è soprattutto il suo. Era domenica 4 settembre del 1994, quando sull’aereo che ci portava a Bari per la prima giornata di quel campionato, finalmente incontrai in carne e ossa la persona che ascoltavo alla radio. Ricordo perfettamente quella persona garbata, simpatica ed estremamente gentile. Ricordo perfettamente il sorriso che fece, quando ascoltò le parole di profonda ammirazione di un ragazzo appena maggiorenne, grande appassionato di radio e di Lazio. Ricordo ancora le parole che mi regalò in quell’assolata mattinata di settembre, le ricordo benissimo perché ancora oggi sono motivo di spunto e riflessione quotidiana: “Ragazzo, se hai una passione vivila sempre a pieno con tutto il cuore. Ricorda che tutti possono parlare a un microfono, ma solo pochi sono capaci di fare radio e trasmettere veramente qualcosa. Per arrivare al cuore delle persone, devi fare radio con il cuore…”
Quel giorno al San Nicola di Bari, vincemmo 0-1, con goal di Beppe Signori e in panchina c’era Zeman. Non so se tornai a casa con mio padre e mio fratello, più contento per la vittoria conquistata in trasferta o per quell’incontro fatto in aereo.
Gianni Elsner è stato il maestro o la fonte di ispirazione, per la stragrande maggioranza delle persone che hanno sognato la radio a Roma. Ancora oggi, a 9 anni di distanza dalla sua morte, è ricordato con amore, rispetto e riconoscenza da tanti Laziali e molti tifosi di altre squadre.
Te lo faccio vedere chi sono io… è ciò che avrebbe detto questa mattina dopo una vittoria importante come quella di ieri a Udine. La vittoria del Mister Simone Inzaghi e delle sue scelte coraggiose, la vittoria del D.S. Igli Tare e delle sue intuizioni di mercato, la vittoria di tutti quei meravigliosi Laziali che in un giorno feriale lavorativo hanno percorso 1300 chilometri per far giocare la Banda Inzaghi in casa, la vittoria di quei calciatori che troppo frettolosamente o superficialmente vengono definiti scarsi o seconde linee, la vittoria di tutti quelli che al triplice fischio della partita di Torino dichiararono che in quel momento sarebbe iniziato un nuovo campionato e ora guardando la Lazio nostra terza in classifica da sola a 12 punti sorridono felici.
Te lo faccio vedere chi sono io… è ciò che avrà pensato El Tucu Correa quando al 66’ ha preso palla e ha deciso di irridere e ubriacare il difensore bianconero segnando un super goal che spazza via ogni dubbio sul suo valore.
Te lo faccio vedere chi sono io… è ciò che pensiamo ogni volta che la Lazio nostra sta per affrontare un avversario.
Te lo faccio vedere chi sono io… è ciò che ci ripetiamo ogni volta che si palesa una difficoltà o un ostacolo.
Te lo faccio vedere chi sono io… è ciò che pensiamo tutti proiettandoci alla partita di sabato alle 15:00.
Oggi, come in quel caldo pomeriggio del 21 giugno del 1987 allo stadio Olimpico, nelle nostre orecchie e nel nostro cuore, risuonano le note che raccontano di un amore così grande, di un amore così…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.