di Fabio BELLI
Essere Laziale non è mai stato semplice, perché è la scelta di vita dello spirito libero, del non conforme, del ribelle. È la scelta meno comoda e agevole, di chi preferisce arrampicarsi a mani nude verso l’alto, piuttosto che restare in fila o strisciare.
Essere Laziale non è mai stato semplice, non lo era per i nostri nonni negli anni 60 quando arrivò la prima retrocessione in serie B. Non lo era negli anni 70 per i nostri padri che affrontarono un turbinio di emozioni contrastanti: retrocessioni, scudetti soffiati da neopromossa e poi vinti con prepotenza, malattie e drammi, addii dolorosi, scandali e retrocessioni. Non lo era negli anni 80 per noi giovani aquilotti, che affrontavamo una disparità numerica marcata, problemi economici, altri scandali, altre retrocessioni, penalizzazioni, lo spettro della morte e poi il ritorno nella massima serie.
Essere Laziale è iniziato ad essere un po’ meno difficile con l’arrivo degli anni 90, un crescendo costante e progressivo che ha portato la nostra gloriosa società a salire sul gradino più alto d’Europa ed essere considerata la squadra più forte del mondo.
In tutti questi decenni però non sono mai mancati l’orgoglio e la gioia di essere, la voglia di lottare senza timori, di essere sempre uniti e schierati per proteggerci l’un con l’altro, e soprattutto non è mai mancato l’amore incondizionato verso un ideale.
Negli ultimi anni nel nostro straordinario popolo è comparso un termine inimmaginabile e sconosciuto: DISAMORATO!
Disamorato: Che non sente più alcuna attrattiva, attaccamento o interesse per quanto un tempo costituiva l’oggetto del proprio amore, oppure un fine o lo scopo della propria vita.
La storia insegna che molti uomini hanno scambiato per amore, qualcosa che poi vero amore non era. Perché il vero amore non ha scadenze, non perde mai di intensità, è perpetuo e va oltre ogni cosa possibile e inimmaginabile, addirittura è più forte del tempo e della morte.
“Spesso quando due persone sono travolte dalla passione, confondono questa passione con l’amore: non dovrebbero dire “ti amo” ma “amo quello che stiamo facendo”.
Ecco, l’amore è altro, è piacere sia con la luce, che con il buio…
L’amore puro, simbiotico e viscerale, come quello per una madre o una figlia, non potrà mai perdere intensità, attaccamento e interesse. Non ha bisogno di stimoli, di spinte o appelli… perché ogni cuore sa bene quanto sia importante ciò che custodisce e non sente voci, consigli o ragioni. Ci possono essere incomprensioni, scontri, situazioni poco piacevoli e vedute divergenti, ma anche dopo la peggiore bufera, l’amore vero riporta sempre il sereno. L’amore vero è coraggio, è resistenza, è comprensione, è perdono, è forza inesauribile.
Quando l’amore chiama il cuore risponde sempre: presente!!!
Disamorato è chi non ha mai amato veramente, magari ha avuto un’infatuazione di gioventù, forse un’attrazione temporanea, una cotta momentanea o trascinato da una moda. Da Adamo ed Eva, passando per Romeo e Giulietta, fino ai giorni nostri, per amore si è pronti a qualsiasi tipo di sacrificio anche quello più estremo.
Leggo disamorato e sorrido pensando a mio padre, che per amore estremo ai colori del cielo, ha messo in secondo piano sempre tutto: declinare inviti a qualsiasi tipo di cerimonia o evento concomitante la partita. La domenica per lui era l’occasione per godersi i suoi due figli, sognando tutti insieme dalle 13:00 alle 17:00. In quel momento non esisteva stanchezza, pioggia, freddo o caldo, ma solo e soltanto la Lazio nostra. Crescere vedendolo cancellare sui muri e le serrande dei negozi, scritte ingiuriose verso il nostro amore ed i nostri angeli, mi ha fatto crescere emulandolo e con la radicata consapevolezza dell’importanza della difesa estrema e incondizionata.
A mio padre, come al tuo, se qualcuno avesse domandato anche nei momenti più difficili e drammatici: “Ma non ti sei stancato? Non sei disamorato?”, loro avrebbe risposto senza tentennamenti: “Ma che cazzo stai a dì?!?”
Pedercini, Ballerini, Giammei, Guglielmi, Branca, Barisonzo, Maraini, Zenobi, Palmieri, Gualdi, Vaselli, Ercoli, Minotto, Coni, Bornigia, Rivola, Mazzitelli, Annunziata, Tessarolo, Siliato, Giovannini, Brivio, Miceli, Vaccaro, Casoni, Umberto Lenzini, Aldo Lenzini, Chinaglia, Chimenti, Calleri, Cragnotti, Zoff, Longo, Lotito…
Tutti questi uomini hanno lasciato un segno più o meno importante in 118 anni di storia, tutti questi uomini hanno rappresentato e gestito più o meno bene la Società Sportiva Lazio, tutti questi uomini hanno avuto meriti e demeriti, ma nessuno di questi uomini, come nessuno per i prossimi 1000 anni potrà mai far disamorare un Laziale ammalato inguaribilmente di Lazio…
Disamorato è una parola che dovrebbe essere bandita e cancellata dal vocabolario della lingua italiana, perché nessun vero amore si raffredda, si affievolisce o cessa di esistere.
S.S.LAZIO 1900… sempre e per sempre, dalla stessa parte ci troverai…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!