di Danilo GALDINO

Lo sbruffone non ha età, l’arrogante non nasce solo in una città, il borioso non parla una sola lingua… chi si lancia anticipatamente in proclami trionfalistici, snobbando un avversario ancor prima di averlo battuto, è una persona poco intelligente ed estremamente superficiale. Personaggi e spacconi di questo li puoi trovare ovunque e come tanti lupi, con il tempo perderanno il pelo, ma mai il vizio fare e dire certe cose anticipatamente. Roma-Berlino non sono solo le Capitali di due nazioni europee, non è il famoso asse stipulato nel 1936 dal Regno d’Italia e la Germania, non è una tratta aerea che avvicina i 1502 chilometri che separano queste due importanti città. Da Roma a Berlino c’è una storia fatta di cocenti delusioni, sconfitte indimenticabili e antipatie extra calcio che si protraggono da parecchio tempo. Il dualismo sportivo tra l’Italia e la Germania ha radici profonde, e si alimenta costantemente: in campo, sugli spalti, sulle spiagge e nelle discoteche d’estate, in politica, nei posti di lavoro, ovunque. Sono le due nazionali di calcio che hanno vinto più Campionati del Mondo, solo i brasiliani sono riusciti a fare meglio arrivando ad avere ben cinque stelle sul petto. Paolo Rossi, Tardelli e Altobelli allo stadio Bernabeu di Madrid in quell’indimenticabile 11 luglio del 1982 fecero piangere tutti i tedeschi del mondo, e da quel giorno il dualismo è aumentato sempre più. L’Italia dei mille campanili decise otto anni dopo allo stadio Olimpico di Roma, di tifare Germania in finale contro l’Argentina, solo perché la metà dei calciatori più forti della squadra tedesca erano beniamini nei nostri club e perché la delusione di essere stati sbattuti fuori proprio da Diego Armando Maradona nella sua Napoli ancora bruciava.
Esclusa quell’occasione, non ci siamo mai amati e ben voluti particolarmente, anche perché il loro popolo si è sempre sentito due-tre spanne sopra al nostro, denigrandoci in ogni modo, ironizzando e rimarcando continuamente i nostri difetti ed il “Made in Italy”. Loro forti, ricchi e potenti, noi i fortunati, poveri e deboli… sì, forse in alcuni campi e sotto certi aspetti, è innegabile il divario e la differenza tra noi e loro, ma quando un pallone rotola tutto cambia e nella maggior parte dei casi noi festeggiamo e loro piangono.
Sì piangono, proprio come in quella magica notte del 4 luglio 2006 a Dortmund, nella loro terra, a casa loro, Grosso e Del Piero li sbatterono fuori dal Mondiale, ammutolendo uno stadio, una città, una nazione, un intero popolo… L’Italia “mafia, pizza, spaghetti e mandolino” voló a Berlino conquistando il nostro quarto titolo. Da quel giorno, il dualismo e l’antipatia sportiva nei nostri confronti divenne incontrollabile e non ebbe più tregua, tanto che solo gli svedesi festeggiarono più dei tedeschi la nostra mancata partecipazione al Mondiale in Russia il 13 novembre scorso.
“Preghiamo per l’Italia”
“Campioni del Mondo adesso?”
“I favoriti per il Mondiale 2018? L’Italia”
“Televisori omaggio se l’Italia vince i Mondiali in Russia”
“Gelati gratis per ogni rete degli azzurri al Mondiale”
Da Ballack a Schweinsteiger, dai personaggi più famosi fino all’ultimo gelataio teutonico, tutti hanno ironizzato dei nostri insuccessi, ma la vita è strana, è imprevedibile, è bella, perché presenta sempre a tutti il giusto conto… Dietro a giornate come quella di ieri, c’è un piccolissimo riscatto sociale e morale per tutti noi sportivi “italiani baffi neri e mandolino”, oggi sarà una gran bella giornata per tutti quei compatrioti in terra tedesca. Tutte quelle persone vessate, discriminate, maltrattate, schernite continuamente da chi si sente da sempre invincibile e superiore a tutti. Non me ne voglia chi si aspettava un editoriale a tinte biancocelesti, ma oggi vorrei tanto essere a Berlino, Monaco, Norimberga o Amburgo, in compagnia di qualche simpatico emigrante, per entrare a chiedere informazioni su quelle tv in promozione speciale, mangiando il mio gelato gratuito al gusto di rivalsa, sorridendo alla bionda commessa teutonica, dicendogli ironicamente: “Sai che ho vinto il Mondiale da quando ci sei, sei la Nazionale del 2006…”
Oggi più di ieri, Avanti Italia… Avanti Italiani!!!

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