di Danilo GALDINO

Sognare non è per tutti…

Sognare è qualcosa che si impara da bambini. Sì, è quella l’età migliore per sognare, perché si è puri, intraprendenti, incoscienti e testardi. Crescendo, chi più, e chi meno, quasi tutti smarriscono queste componenti ed i mille dubbi che questa vita impone, soffocano i sogni e la voglia di continuare a farlo. Ci si arrende al volere di chi ti vuole omologato, di chi manipola e gestisce a proprio piacimento e vantaggio.

Sognare è per pochi… perché sognare implica fatica estrema, sacrificio costante, rischi che non tutti sono disposti a correre. Quei pochi irriducibili sognatori, nonostante l’avanzare degli anni, continuano a non desistere, a ribellarsi al volere altrui, e a vivere con la stessa vitalità, determinazione e voglia di osare senza porsi limiti.

Ma chi è un sognatore? È semplicemente un “uomo bambino”, sì un uomo e non uno dei tanti maschi schiavi di qualcosa o di qualcuno. Un uomo che non ha represso la sua componente fanciullesca, la stessa di quando passava le giornate a sperimentare, scoprire e inseguire tutto e tutti. I bambini non si stanca mai, non si fanno troppi problemi, non si curano del giudizio altrui, ridono, piangono, magari si disperano e fanno i capricci, ma poi la loro testardaggine li riporta a ritentare, fino alla conquista.

Ritentare fino alla conquista, ritentare fino alla conquista, e poi ancora una volta, e un’altra ancora, fino a che ciò che desideravo con tutto il cuore prenda forma. Quello che è accaduto nelle ultime 48 ore, è più o meno, quello che dall’inizio di questa stagione si vive: i pronostici scontanti, superficiali e affrettati, fatti dai soliti personaggi, hanno deciso di farsi un giro sulle montagne russe della realtà, scombinando tutti i piani.

L’Inter sabato sera, doveva stravincere contro il Sassuolo e arrivare all’ultimo round contro la Lazio nostra, forte di un doppio vantaggio, ma il calcio continua ad essere lo sport più bello del mondo, per la sua imprevedibilità.

“Inter – Sassuolo è finita?”

“No, ancora giocano…”

“Gli vogliono far fare il sesto goal!”

“No, sperano che pareggi…”

L’Inter cade e per tutti coloro che stanno provando in tutti i modi leciti e illeciti dall’inizio della stagione, di tagliare fuori la Banda Inzaghi dalla conquista di un posto Champions si è consumato l’ennesimo imprevisto.

Per 24 ore si sono aggrappati con le unghie e con i denti al Crotone, nella sua storia il club calabrese, non ha mai avuto tanto spazio nei programmi sportivi, sostegno e incitamento mediatico da parte di tutti gli addetti ai lavori.

Il Crotone è diventato la squadra che doveva tenere in vita, le speranze di chi non può restare lontano dai soldi e dalla visibilità della prossima Champions League.

Al termine della penultima giornata, la classifica dice che la Lazio nostra è al quarto posto con 3 punti di vantaggio su chi insegue. A 90’ minuti dalla fine del campionato la Banda Inzaghi avrà ben due risultati utili su tre. Dovrà giocare nel suo stadio spinta da 55.000 poeti guerrieri biancocelesti, recuperando i sui suoi giocatori migliori fermi da settimane per infortuni.

Ci saranno sempre mani lerce e sporche, che vorranno soffocare la componente sognante e fanciulla, che è in te. Non permetterglielo mai, lotta e ribellati, insisti e resisti, perché solo chi non smette di credere realizza ciò che per molti è considerato impossibile.

Gli “uomini bambino” o sognatori, quasi sempre vengono mal giudicati e criticati da chi non li comprende o peggio ancora li invidia e teme. Chi continua ad inseguire i propri sogni viene definito: superficiali, disubbidiente, utopista, o più semplicemente folle. Chi si è fatto domare e addomesticare, non comprende più certi comportamenti e atteggiamenti, quindi resta spiazzato e intimorito davanti alla sana “follia di un sognatore”.

Il Laziale da sempre, è uno degli esempi più belli dell’esser sognatore, perché per amare ostinatamente e incondizionatamente qualcosa, fregandotene di tutto e tutti, devi essere un “uomo bambino”. Il coraggio e la forza di un uomo, che viaggiano a braccetto con la sensibilità, la determinazione e la voglia inesauribile di divertirsi di un bambino.

Noi sogniamo continuamente: apprendendo una notizia, accogliendo una novità, leggendo una formazione o un calendario, proiettandoci al futuro facendoci trascinare e rapire da immagini passate, sperando sempre ad oltranza.

Quello che stiamo vivendo oggi, lo sognavamo da tempo, ma quello che ci stiamo godendo oggi non è casuale, ma è frutto di tanti sacrifici, di tanta passione, di innumerevoli scontri. Quello che emoziona oggi, era presente solo nella testa e nel cuore dei più audaci, di chi non si piega, di chi non dirà mai “Sì, signore!” senza aver prima lottato fino allo sfinimento.

Un allenatore tifoso vincente; uno staff di Laziali, giocatori forti che si comportano come tifosi, che si divertono a divertire e a vincere; una società finalmente vicina al proprio popolo; una classifica in campionato invidiata da tanti; il migliore attacco della serie A, la speranza sempre più concreta di arrivare a giocarsi tra qualche mese qualcosa di speciale in campo internazionale, l’ennesimo trofeo vinto e messo in bacheca. Tutto questo la scorsa estate, poteva immaginarlo solo un folle, solo un inguaribile malato d’amore, solo un “uomo bambino”.

Un sognatore non si stanca mai di correre, non si può fermare, perché c’è sempre un nuovo viaggio da intraprendere e affrontare, una nuova scoperta da vivere. La strada che porta alla realizzazione di un sogno, è lunga e in salita, è faticosa e a tratti estenuante, ed è per questo che la stragrande maggioranza desiste, molla e rinuncia.

Chi sogna lotta, chi sogna è libero, chi sogna vive…

Al termine di una tappa, ne inizia immediatamente una nuova, per questo non smetteremo mai di correre e volare con te Lazio nostra, sì con te che mi fai battere forte il cuore senza chiedere nulla in cambio, nient’altro che amore e fedeltà.

Proprio oggi, che tutti dovremmo ricordare che “vince sempre chi più crede”, proprio oggi dopo una vittoria mancata a Crotone, proprio oggi che è il 14 maggio. Questa data non ha bisogno di troppe spiegazioni perché da 18 anni rappresenta la rivoluzione Laziale. La vittoria di un popolo contro i poteri forti e collusi, la vittoria rabbiosa voluta dal cuore, la vittoria di chi non ha smesso mai di sognare e credere…

Domenica 20 maggio quando sarai dentro lo stadio Olimpico, chiudi gli occhi e ricorda quel Lazio-Reggina, ci sarà come in quella calda e interminabile giornata Simone Inzaghi a guidare la Lazio nostra, ci saranno le stesse maglie con l’aquila sul cuore, le stesse facce intorno a te, ci sarai tu con la tua incrollabile fede e quella voglia di sognare che non hai mai abbandonato.

No, non puoi fermare chi ancora non si arrende e ha un cuore impavido e ribelle…

Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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