“Sortilegi e stregonerie, finti maghi e false ideologie, dei miei giorni più non sono il re, mentre il tempo scivola su me…”
In un mondo del calcio straffollato di sedicenti maghi, stregoni, scienziati, fenomeni e venditori di sogni di latta, fortunatamente per noi ci sono anche seri professionisti che alle parole, alle grida sguaiate, gli insulti e le offese gratuite, preferiscono i fatti. Quelle persone che non illudono con proclami accattivanti, non dispensano promesse sapendo bene di non poterle mantenere, non festeggiano mai anticipatamente, non danno con spocchia e boria appuntamenti a cui non si presenteranno mai. Sono veramente pochi quelli che a luccichio ammaliante dell’apparire, preferiscono il silenzio del culto del lavoro, che affrontano tutte le loro giornate tra la riservatezza e la concretezza, che vivono una professione spinti da una passione e un amore quasi ventennale.
Come più volte ripetuto negli ultimi settecento giorni, tutto ciò che di positivo si è fatto e vissuto in questa e nella scorsa stagione, è frutto del lavoro di TUTTI: società, staff tecnico, giocatori, tifosi e allenatore. Sì quell’allenatore che nessuno di noi a luglio del 2016 aveva accolto con toni trionfalistici ed eccessivo entusiasmo. Un allenatore che aveva precedentemente traghettato con umiltà e determinazione nelle ultime sette partite una squadra allo sbando che aveva deluso sotto tutti i punti di vista, un gruppo ostaggio di gelosie, invidie e interessi personali da parte di molti giocatori. Un allenatore che a livello giovanile, aveva fatto vincere alla Lazio nostra tutto quello che si poteva conquistare. Un allenatore che sicuramente non è un Mago Merlino, o un nuovo santone del calcio nostrano come Maurizio Sarri, che non possiede la bacchetta magica, ma con la sua concretezza, la sua professionalità e la voglia di donare gioia al suo popolo, è riuscito ad ottimizzare al meglio tutte le risorse di cui disponeva.
Mancano tre giornate determinanti al termine di questo campionato, ma già si possono già fare alcune valutazioni comparando la scorsa stagione a questa.
La 2016/17 è stata la prima vera stagione della Banda Inzaghi, e portò un quinto posto in classica, una finale di Coppa Italia, la qualificazione in Europa League, 70 punti in classifica, i derby vinti di campionato e Coppa Italia. Dal silenzio di Norcia, passando alla diffidenza e le incertezze di Auronzo di Cadore, partendo con uno stadio quasi deserto, si era riusciti in qualcosa di incredibilmente bello.
A luglio scorso solite mani sporche di un inchiostro maleodorante, avevano cancellato tutto in pochi giorni, alimentando il seme dell’incertezza e del dubbio. La “maledizione del secondo anno” che si era abbattuta negli ultimi 13 anni su tutti i predecessori del Mister Inzaghi, veniva ripetuta e narrata ogni giorno a grandi e bambini. Le altissime temperature meteorologiche da record registrate a Roma e le punture delle zanzare, erano sicuramente meno fastidiose rispetto alle chiacchiere depotenzianti veicolare da radio, tv e quotidiani.
La sconfitta annunciata e pronosticata da molti per la finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus, si è trasformata invece in un magico trampolino. Dalla notte del 13 agosto ad oggi si sono vissuti moltissimi momenti esaltanti. In questa stagione la tanto bistrattata e osteggiata Banda Inzaghi ha giocato più di qualsiasi squadra italiana: ben 52 partite ufficiali tra campionato, coppe nazionali e coppa europea. Questa squadra ha segnato 84 reti in campionato e ben 118 totali stagionali. Ha vinto la bellezza di 12 partite di campionato in trasferta. Ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia ed i quarti di finale di Europa League. Attualmente ha già totalizzato in campionato gli stessi punti fatti nella scorsa stagione con ancora tre partite da disputare. Ha raggiunto con quattro partite d’anticipo la matematica certezza di giocare in Europa anche il prossimo anno.
Non bisogna inutilmente esaltarci, ma neanche bisogna dimenticare tutto ciò che ha fatto Simone Inzaghi è tutta la sua fantastica Banda. Rispetto e riconoscenza sono alla base di tutto, rispetto e riconoscenza: quello che ogni singola componente del mondo Lazio non dovrebbe mai dimenticare. Restare lucidi e attenti, uniti e compatti, pensando solo ciò che verrà fatto e non a ciò che verrà detto da oggi al termine del campionato.
Se ancora non ti sei reso conto di tutto quello che si è vissuto in questi ultimi due anni, hai ancora tre possibilità per partecipare a tutto quello che di incredibilmente bello ci stanno regalando questi ragazzi: Atalanta, Crotone e Inter.
Tre partite da non perdere, tre occasioni speciali per vivere un’indimenticabile giornata di Lazio insieme a tutti i figli del tuo stesso sentimento. Cosa aspetti?
Tra venti giorni questa fantastica stagione sarà finita e dovremo attendere il 26 agosto prossimo per ricominciarne una nuova.
L’appuntamento è per domenica alle ore 15:00 sempre allo stesso posto, sempre e per sempre dalla stessa parte ci troverai…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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