di Danilo GALDINO

L’età della ragione è quella successiva all’infanzia, nella quale si ritiene che sia stata ormai acquisita la capacità di ragionare autonomamente.

Per chi è stato portato dal padre in uno stadio Olimpico ancora scoperto che ancora “lallava” e gattonava, è quasi impossibile ricordare la sua prima partita, ma con l’arrivo dell’età della ragione immagini e ricordi diventano più nitidi.

Il mio primo derby o almeno quello che ricordo si giocò poche settimane dopo aver soffiato su 8 candeline posizionate sulla mia torta di compleanno.

Era il 26 febbraio del 1984… in quel periodo lo scontro era impari, perché gli altri erano Campioni d’Italia in carica e la Lazio nostra lottava tra mille problemi e difficoltà per strappare una permanenza in serie A. I pronostici ed i commenti nella settimana che precedevano la stracittadina ci davano ampiamente sfavoriti: Davide contro Golia, la Lazio nostra era considerata la vittima sacrificale.

Ricordo benissimo quei giorni di continui confronti e scontri con gli amichetti del quartiere e tutti i compagni di scuola.

Sì tutti i compagni di classe, perché in quegli anni non si diventava Laziali, o ci si nasceva o si prendevano altre strade molto meno in salita e tortuose.

Fronteggiare tanti di loro tutti insieme, non era un problema, anzi è sempre stato molto stimolante.

Gli anni 80, sono stati anni estremamente difficili per la Lazio ed i Laziali, travolti da problemi economici, scandali, retrocessioni e torti subiti.

In quegli anni però sono stati forgiati i poeti guerrieri biancocelesti più forti, coriacei e indomiti. In quel periodo mio padre ripeteva sempre a me e mio fratello: “Chi indossa la maglia della Lazio è il più forte di tutti…”

A tutti i dirimpettai che provavano a intimidirci e intimorirci snocciolando i nomi della corazzata giallorossa, rispondevamo sempre colpo su colpo. I vari Tancredi, Nela, Falcao, Di Bartolomei, Conti, Cerezo, Pruzzo, per noi non erano poi tanto più forti dei nostri Orsi, Filisetti, Della Martira, Podavini, Piscedda, Batista, Laudrup.

Con il passare del tempo ho compreso a pieno il significato di quelle parole, che inizialmente ci lasciavano perplessi.

I bambini di oggi, non sono diversi da quelli d’un tempo. I bambini hanno sempre bisogno di un loro idolo, i bambini credono che quel giocatore sia un supereroe, che abbia poteri fuori dal comune e che sia in grado di vincere da solo le partite.

Il nome e cognome del mio idolo era ed è tutt’ora conosciuto da tutti, Laziali e non…

Vincenzo D’Amico!!!

Quel giorno quel supereroe prese per mano la Lazio nostra e mise i campioni d’Italia alle corde. Dopo 25 minuti il parziale era D’AMICO 2 – ALTRI 0…

La partita terminò 2-2, ma quel pareggio fece capire a tutti noi, che volere è potere, che non sempre vincono quelli apparentemente più forti, e soprattutto che le parole di mio padre non erano sbagliate… “Chi indossa la maglia della Lazio è il più forte di tutti!”

In campo come sugli spalti, in campo come nella vita, i Laziali sono invincibili a prescindere da un pronostico o da un risultato. Negli ultimi vent’anni tutto si è ribaltato, noi siamo diventati una delle squadre più vincenti d’Italia, conquistando trofei nazionali ed internazionali, loro solo tante chiacchiere e proclami, figuracce in campo internazionali e a breve un decennale da festeggiare senza aver vinto nulla. Tutto si è capovolto, le ultime generazioni di Laziali continuano a festeggiare e alzare al cielo trofei davanti agli occhi delusi dei dirimpettai cittadini. Oggi ad esempio è 10 aprile, e precisamente 11 anni fa si viveva una delle notti più umilianti della squadra giallorossa: 7-1… il primo 7-1 subito in campo europeo è un po’ come il primo bacio, non si scorda mai…

Ma in fondo cosa c’è di più mortificante e doloroso di perdere 7-1 a Manchester davanti agli occhi di tutto il mondo? Solo perdere un derby in una finale…

Non è facile vivere l’antivigilia di un’importantissimo ritorno di un quarto di finale d’Europa League, senza non pensare alla partita di domenica contro gli altri. Per chi vive il derby tutti i giorni dell’anno è quasi come chiedere ad un essere umano di non mangiare. È quasi impossibile soffocare un istinto primordiale che vivi spontaneamente e quotidianamente in ogni momento della tua esistenza. L’unica cosa da fare, è assicurarsi di avere il biglietto in tasca per domenica e fino a giovedì alle ore 23:00 pensarci il meno possibile, perché prima c’è un appuntamento con la storia da non poter mancare: una semifinale europea per le squadre di questa città, non è un accadimento che capita con troppa frequenza.

Per domenica saremo pronti come sempre, perché da quando siamo nati, il nostro derby si gioca ogni ora della nostra vita: per strada, a scuola, in parrocchia, nei bar, ovunque…

Godiamoci questi giorni con il sorriso di chi è consapevole di aver già vinto facendo la scelta giusta, godiamoci questa splendida Banda Inzaghi e sosteniamola senza tregua fino alla fine, godiamoci la gioia dell’essere l’élite di questa città e rappresentarla degnamente in Italia e in Europa.

Sorridi e ricorda quant’è bello esse Laziali, Laziali come noi…

Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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