di Danilo GALDINO

Un antichissimo proverbio cinese dice:
“Non si può impedire agli uccelli della tristezza di passare sopra la tua testa, ma si può impedire loro di fare un nido nei capelli…”
Questi ultimi giorni sono stati contraddistinti da notizie tristi e da beffe sportive: la morte improvvisa e inaspettata di Davide Astori, l’eliminazione dalla Coppa Italia dopo una lunga e snervante lotteria dei calci di rigore, la partita di sabato scorso persa immeritatamente all’ultimo minuto contro la Juventus, la solita pioggia quotidiana di notizie brutte e dolorose che arriva dai telegiornali. Gli uccelli della tristezza sono migrati numerosi sulle nostre teste, ma come sempre il nostro rifugio sicuro dove respirare tranquillità, amore e positività è tra i figli del nostro stesso sentimento.
La Lazio ed i Laziali sono quelle componenti che ti aiutano ad affrontare tutte le brutture della vita, la Lazio è “casa”, i Laziali “famiglia”… in questa ultima settimana di calcio giocato di uccelli della tristezza ne sono rispuntati tanti: i soliti corvi, i gufi e le cornacchie che continuano a gracchiare fastidiosamente, cercando al minimo tentennamento o sfortunato passo falso di indebolire e depotenziare un ambiente che tra mille difficoltà, in questa stagione è riuscito a ricompattarsi e creare un unico blocco granitico con la Banda Inzaghi.
In queste ore anziché evidenziare i soliti errori e torti arbitrali incassati dalla Lazio nostra, si punta l’indice sui risultati negativi maturati contro le big del campionato, senza però analizzare obiettivamente le prestazioni ed i motivi che non hanno permesso di ottenere un risultato diverso.
Con una costanza ed una meticolosità degna dei più pazienti e talentuosi frati amanuensi, certe penne non hanno smesso un solo giorno di tracciare le solite rotte migratorie per gli uccelli della tristezza. In questi ultimi otto mesi, di giornate pesanti se ne sono vissute parecchie. Giornate in cui il tifoso Laziale è stato bersagliato di attacchi mediatici di ogni genere: in campo nonostante un ruolino di marcia da grande protagonista, sugli spalti e fuori con accuse più o meno giuste e riferimenti e accostamenti continui a tutto ciò che di sbagliato accadeva a Roma e in Italia. Il dipingere il tifoso Laziale come il peggiore dei mostri in circolazione nella società in cui viviamo, è diventato un vero sport ed una professione quasi riconosciuta. Fortunatamente a venire in nostro soccorso come una sana boccata di aria pulita, c’è sempre stato il calcio giocato, che puntualmente ci ha permesso di tornare a concentrarci unicamente su quello che fa la differenza e mette a tacere tante bocche caustiche e velenose.
Oggi è già l’anti-vigilia di un’altra partita importantissima, perché da agosto questa Banda Inzaghi, ci ha permesso di essere costantemente protagonisti e battezzare come la partita più importante della stagione sempre la successiva.
Giovedì sera tornano le notti d’Europa, notti per pochi e non per tutti… notti in cui tifosi napoletani, interisti, atalantini e di quasi tutte le squadre professionistiche d’Italia, saranno costretti a guardare la Lazio nostra, ancora protagonista negli ottavi di finale di Europa League.
“Non si può impedire agli uccelli della tristezza di passare sopra la tua testa, ma si può impedire loro di fare un nido nei capelli…”
Per gli ornitologi della comunicazione triste e depotenziante è impossibile nidificare, perché abbiamo ben chiaro cosa di straordinario si sta facendo tutti insieme: più forti degli infortuni a catena di inizio stagione, più forti della repressione e delle sanzioni, più forti delle campagne mediatiche anti-Laziali, più forti degli errori arbitrali, più forti dei “casi” e dei malesseri ipotizzati, più forti delle beghe contrattuali e dei mancati rinnovi; più forti del freddo, della neve, della pioggia e del vento di burrasca; più forti dei divieti e delle trasferte chiuse; più forti dei giochi di potere tanto più grandi di noi che non dovremmo esistere più; più forti perché ogni giorno combattiamo quaggiù.
Ci lamentiamo ogni tanto però niente di più, ci basta un giorno di sole e un angolo di bianco e blu.
Cresciamo pieni di sogni e di speranze che poi si affievoliscono un po’, ma non si spengono mai, cadiamo spesso però siam anche bravi a uscire dai guai.
E il cuore va oltre ogni ostacolo, e il cuore fa ogni miracolo, perché siamo cresciuti sapendo bene che alla fine conta er core…
Duri da battere, ci puoi scommettere, duri da battere, quasi impossibile…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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