di Danilo GALDINO

“Siamo partiti dal silenzio di Norcia e siamo arrivati ai 45.000 spettatori di Lazio-Crotone: devo dire la verità, la differenza si vede quando lo stadio ci spinge, quando il calore della tua gente viene ritrovato. Il calcio vive di questo, vive di calciatori che si emozionano e delle emozioni dei nostri appassionati; si è ricreato il giusto mix tra la piazza e la squadra: esser ripagati con questo calore ci rende molto soddisfatti del nostro lavoro.“ Queste sono le parole di un serio e preparato professionista, una splendida persona e un uomo carismatico, che insieme al Mister Simone Inzaghi e a un manipolo di Laziali competenti e preparati ci stanno regalando ciò che sognavamo da tempo. Le parole rilasciate ieri dal Mister Massimiliano Farris dovrebbero risuonare forte come una campanella, arrivare nelle orecchie di tutti i Laziali e far comprendere a tutti l’importanza di esserci domenica per la sfida contro il Chievo Verona. “Siamo partiti dal silenzio di Norcia e siamo arrivati ai 45.000 spettatori di Lazio-Crotone.” Sssssshhhhh… ascolta il silenzio, lo senti in lontananza quel coro? “Se prima eravamo in due a cantare Lazio alè, adesso siamo in tre a cantare Lazio alè… Se prima eravamo in tre a cantare Lazio alè, adesso siamo in quattro a cantare Lazio alè…” Quel coro ora dopo ora, giorno dopo giorno, partita dopo partita, ha aumentato di intensità col moltiplicarsi delle voci che si univano mano a mano. “Se prima eravamo in due a cantare Lazio alè, adesso siamo 45.000 a cantare Lazio alè…” Questo gruppo ha tanti meriti, ci ha regalato grandi soddisfazioni e importanti vittorie, ma il successo più importante che è riuscito a conquistare è aver riacceso l’entusiasmo e la voglia di Lazio in quei Laziali che, per un motivo o per un altro, si erano allontanati. “Siamo partiti dal silenzio di Norcia e siamo arrivati ai 45.000 spettatori di Lazio-Crotone…” L’avventura della Banda Inzaghi, come tutte le storie incredibili e speciali, affonda le sue radici tra le asperità e le difficoltà. Iniziare subito dopo una brutta sconfitta patita in un derby, partire da un ritiro punitivo come quello di Norcia non era semplice. Iniziare tra la delusione e la diffidenza non sarebbe stato facile per nessuno, dover sostituire un allenatore che aveva fatto molto bene nel suo primo anno e concludere una seconda stagione altamente deludente, cercando di non sprofondare nelle sabbie mobili della mediocrità, era un’impresa ardua. Riuscire a concludere un campionato in modo decoroso e, nonostante tutto, vedere sempre più vicina la scritta del cartello stradale Salerno rispetto a quello con su scritto Formello. Poi, la svolta inaspettata e di colpo ancora Lazio, ancor di più… lavoro, sudore, determinazione e talento, questi sono gli ingredienti che ci hanno portato fino a qua. Questo gruppo ha trasformato i dubbi in certezze, le insicurezze in consapevolezza, la freddezza in entusiasmo. “In questo momento ci rendiamo conto che stiamo costruendo qualcosa di importante, vogliamo vivere il nostro futuro senza paura sperando di creare una tendenza nel calcio italiano”. Niente paura, lo dicono i Mister, lo ripetono i nostri ragazzi, lo cantiamo noi Laziali in tutti gli stadi d’Italia e d’Europa. Proveranno a frenarci, a combatterci in tutti i modi possibili e immaginabili, ma sappiamo bene chi siamo, cosa siamo e quanto valiamo. “La differenza si vede quando lo stadio ci spinge, quando il calore della tua gente viene ritrovato. Il calcio vive di questo, vive di calciatori che si emozionano e delle emozioni dei nostri appassionati; si è ricreato il giusto mix tra la piazza e la squadra…” Quella trasmissione continua di emozioni che duplica le forze e triplica le motivazioni, quello scambio di energia che trasforma un coro assordante in un contrasto vinto, che trasforma una giocata d’alta classe in una rete importante e quel conseguente boato di gioia che fa vibrare ogni cosa. Un Laziale in più presente allo stadio equivale ad una goccia di carburante in più da spendere; una voce in più che incita equivale ad una stilla di sudore in più che viene consumata su quel terreno di gioco. “Siamo partiti dal silenzio di Norcia e siamo arrivati ai 45.000 spettatori di Lazio-Crotone…” Dal silenzio assordante alla bolgia incessante se n’è fatta di strada insieme: noi e loro, loro e noi, un’unica cosa che non conosce limiti, che non teme nessuno. “Il calcio vive di questo, vive di calciatori che si emozionano e delle emozioni dei nostri appassionati”. Domenica sarà un’altra giornata importante, un’alta occasione per emozionarci emozionando, l’ennesimo appuntamento “per vivere il nostro futuro senza paura”, per scrivere un’altra pagina d’amore incondizionato, e poi ancora, ancora amore, amor per te… Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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