di Danilo GALDINO

“Se le vostre azioni ispirano altri a sognare di più, imparare più, fare di più e trasformare di più, voi siete un leader.”
Queste parole del sesto Presidente degli Stati Uniti d’America, John Quincy Adams, rendono perfettamente l’idea di cosa sia una guida, perché in qualsiasi ambito professionale, lavorativo o aggregativo, la leadership di una o più figure è determinante, per motivare e trascinare tutti verso i traguardi più importanti e ambiziosi.
Nel corso degli ultimi 18 mesi, abbiamo scoperto con piacevole stupore che il vero leader della Lazio nostra ha un nome e cognome: Simone Inzaghi!
Un Laziale che settimana dopo settimana, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria, con spirito di sacrificio e senza troppo clamore, si è scrollato di dosso la diffidenza che lo aveva accolto inizialmente, guadagnandosi la stima ed il rispetto di tutti. Il nostro Mister ha ispirato a sognare di più, a imparare di più, a credere di più, lui non si è limitato a dirigere come fanno i capi che impongono il loro ruolo, ma ha guidato tutti noi verso una rinascita portandoci a conquistare un prezioso trofeo appena quattro mesi fa. Come l’araba fenice siamo risorti dalle ceneri, una ricostruzione dura e faticosa, perché si è scavato e lavorato tra le macerie generate dall’esonero di Stefano Pioli. Poi il rischio concreto di vederlo andare verso Salerno e il repentino cambio di strategie dettate da una trattativa “loca” non concretizzatasi.
Simone Inzaghi, da soluzione di ripiego, si è dimostrata la vera manna dal cielo piovuta sulla testa di un intero popolo.
Oggi è il leader che tutti ascoltano e seguono, dai calciatori ai suoi collaboratori, dai tifosi più fedeli a quelli più tiepidi. In molti stanno aumentando esponenzialmente il carico delle responsabilità sulle sue spalle, in tanti chiedono a un serio e competente professionista di trasformarsi in mago con la barba bianca e la bacchetta magica, parecchi in modo poco leale già stanno alzando l’asticella delle aspettative ben sapendo le varie difficoltà che settimanalmente ci riserva il potente sistema del giuoco del calcio italiano.
Simone parla con i giocatori cercando di motivarli e convincerli a dare tutto per la sua maglia.
Quella maglia indossata per ben 196 volte in ogni campo d’Italia e d’Europa.
Quella maglia con cui ha vinto tanto in campo nazionale ed internazionale.
Quella maglia che ha sempre bagnato di sudore, di amore e addirittura con il sangue.
Quella maglia per cui fanno il tifo i suoi figli e la sua compagna.
Quella maglia che indossa sotto la camicia e la giacca, come l’avesse tatuata su pelle.
Quella maglia che ha fatto amare e rispettare a tutti i suoi ragazzi.
Simone Inzaghi dispensa consigli, dirige, protegge, parla e sprona ogni singola componente del mondo biancoceleste.
Corre ad abbracciare i suoi giovani “compagni di squadra” dopo un goal, non manca mai di ringraziare tutti i tifosi presenti in ogni stadio dove gioca la sua Lazio, si batte e si comporta da Laziale in panchina, in campo, nelle sale stampa e davanti a microfoni e telecamere.
Simone Inzaghi nella sua breve carriera da allenatore ha già vinto tutto a livello giovanile e in serie A ci ha regalato vittorie ai derby, finali di coppe, qualificazioni in Europa, un trofeo come la Supercoppa Italiana e tante e tante altre grandi soddisfazioni.
Simone Inzaghi come tutti i suoi ragazzi ha un desiderio, quello di poter riempire nuovamente casa nostra. Sicuramente prima di entrare in campo allo stadio Olimpico, chiude gli occhi e ripensa a quel rigore calciato davanti a 70.000 figli del suo stesso sentimento. Mentre vede giocare al termine di ogni partita il suo piccolo Lorenzo, pensa che su quello stesso prato in quel 14 maggio del 2000, c’erano migliaia e migliaia di cuori trepidanti ed emozionati, in attesa di conquistare un incredibile scudetto.
Simone Inzaghi e tutta la sua indomita Banda meritano di essere accolti nel giusto modo da tutti noi, non da tanti di noi, ma da tutti.
Sabato è la grande occasione per potergli far rivivere in parte le stesse emozioni di quelle giornate in cui l’Olimpico esplodeva d’amore in ogni settore dello stadio.
Lazio-Crotone potrebbe diventare l’ennesima conquista di questo giovane Laziale, se la merita lui e se la meritano tutti i protagonisti di questa fantastica cavalcata.
Insieme nessuno è in grado di fermarci, forse sono riusciti a frenarci e farci perdere del tempo prezioso, ma non potranno mai arrestare la nostra irriducibile forza ed il nostro amore incondizionato.
Simone, i suoi ragazzi ed i loro figli in campo, noi con i nostri sugli spalti, perché “S.S.Lazio 1900: di padre in figlio”, non è un semplice slogan, ma è ciò che ci rappresenta e caratterizza veramente da 117 anni.
“Se le vostre azioni ispirano altri a sognare di più, imparare più, fare di più e trasformare di più, voi siete un leader.”
Noi sappiamo bene chi è il nostro condottiero e se ce ne sarà bisogno, lo scorteremo fino all’inferno.
Simone è là che ti aspetta, pronto a sferrare un nuovo assalto a chi non ci vorrebbe nelle zone che competono a questa grande Lazio.
Simone sabato entrerà in campo guidando i suoi ragazzi, e alzando gli occhi verso gli spalti, tra le mille bandiere che famo sventola’, cercherà il tuo sguardo…
Appuntamento a sabato 23 dicembre ore 12:30, per continuare a stupire tutti insieme.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.