di Danilo GALDINO

“La cosa migliore e più sicura è avere equilibrio nella tua vita, riconoscere i grandi poteri attorno a noi ed in noi. Se riesci a farlo, e vivere in quel modo, sarai davvero una persona saggia…”
Il grande drammaturgo greco Euripide spiegava questi concetti a metà del 400 a.C. e ancora oggi sono illuminanti.
Il pareggio di domenica o sarebbe più giusto definirlo “il furto” subito a 60 secondi dal triplice fischio contro la Fiorentina ha sicuramente lasciato tanto amaro in bocca, perché questa Lazio nostra di Simoni Inzaghi ci ha abituati molto bene in questa stagione, ma questo deve farci capire tante cose, in primis che ogni partita sarà piena di trappole e insidie di ogni genere. La Lazio tra le prime quattro squadre della classifica è un rischio troppo alto da correre per i governanti del giuoco del calcio Italiano.
Ciò che manca a molti di noi è l’equilibrio e la consapevolezza, tanti Laziali si esaltano e deprimono con la stessa facilità, perdendo sempre di vista la realtà.
E andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… e andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… su e giù… su e giù… su e giù…
Le montagne russe dei labili sono passate dalla rosa corta e inadeguata da ottavo posto, all’ennesima sconfitta in finale contro la Juventus auspicata da molti, allo sconforto e le critiche per il pareggio all’esordio casalingo contro la neopromossa Spal, per salire gradualmente… una, due, tre vittorie. Dobbiamo c’entrare l’Europa a fine stagione, un’altra vittoria e siamo da Champions, uno scivolone sfortunato contro il Napoli e l’autostima si è scaricata come un contachilometri truccato.
E andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… e andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… su e giù… su e giù… su e giù…
Questa Lazio non reggerà l’urto dei tanti impegni ravvicinati e dei tanti infortuni. Una, due, tre vittorie importantissime e si è subito riparlato di gettare la maschera e dichiarare quali sarebbero stati i traguardi da conseguire: Champions League prima, lotta scudetto dopo l’ennesima vittoria in trasferta a Benevento.
E andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… e andavamo su su su… e andavamo giù giù giù… su e giù… su e giù… su e giù…
Un rinvio forzato, una sosta, un derby perso e un una vittoria mancata per una decisione scandalosa, ed eccoci nuovamente sbattuti dietro la lavagna con il cappello con le orecchie da somaro in testa.
Cerchiamo di analizzare con lucidità ed equilibrio tutto: questa squadra sta facendo una grande stagione, contro ogni più rosea previsione.
Ha cominciato la stagione alzando al cielo il quarto trofeo negli ultimi 10 anni. Il Mister Simone Inzaghi, partita dopo partita senza poter contare su diversi giocatori importanti infortunati, ha plasmato un gruppo d’acciaio composto da giovanissimi talenti e campioni più esperti, riuscendo a guadagnare la stima di tutti.
Tutti ai nastri di partenza dicevano che la Lazio nostra non aveva una rosa nei 22 giocatori, ricca, numerosa e all’altezza della Juventus, del Napoli, degli altri e dell’Inter, eppure si trova con merito da agosto ad oggi appaiata a loro.
Questo gruppo gioca, diverte, lotta, reagisce, entusiasma ed è vicino a noi tifosi.
Questa squadra ha onorato al meglio una competizione importante come l’Europa League e partita dopo partita è arrivata a conquistare l’accesso ai sedicesimi di finale con due turni d’anticipo, zittendo tutti i pessimisti e gli scienziati che la definivano una rosa non in grado di sostenere contemporaneamente e al meglio le due competizioni.
Questa squadra è la Lazio che sognavamo questa estate al mare mentre scrutavamo l’orizzonte sdraiati sulla battigia, la Lazio dei Laziali, la Lazio ai Laziali, una Lazio che diverte divertendosi, entusiasma entusiasmandosi, gioca e vince insieme al suo popolo. Quindi, ora che finalmente ce l’abbiamo, godiamocela.
Se qualche comunicatore, giornalista, addetto ai lavori, blogger o semplice tifoso triste e lagnoso anche questa mattina piangerà alimentando sconforto e pessimismo per un punto ottenuto nelle ultime due partite, sorridete pensando che queste persone non servono a nulla. Loro da agosto ad oggi non hanno contribuito minimamente a ciò che di bello stiamo vivendo e ci stiamo regalando con amore, tenacia e determinazione.
La Lazio nostra non la trovate nelle lacrime ed i lamenti di questa gente, ma nei sorrisi felici baciati dal sole dei poeti guerrieri biancocelesti che sono presenti all’Olimpico e in ogni settore ospiti di qualsiasi stadio d’Italia e d’Europa.
Come vedi sono qua, monta su, non ci avranno, finché questo cuore non creperà, di ruggine, di botte o di età…
Pronti a sostenerla ancor di più, ancor più forte… urlando contro il cielo tutto il nostro amore incondizionato…
Oggi più di ieri, AVANTI LAZIO… AVANTI LAZIALI!!!

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