di Fabio BELLI (foto © Antonio FRAIOLI)

Le pagelle biancazzurre della vittoria arrivata all’ultimo minuto contro il Parma:

Strakosha 7: Un ritorno atteso anche per saggiarne la condizione psicologica, oltre che fisica: risponde con due interventi salva-partita, su Gagliolo dopo il palo di Brunetta e poi deviando sul legno la bordata di Hernani appena prima il gol di Immobile. Bentornato.

Patric 6.5: Anche il suo rientro molto positivo, presidia bene la sua zona e va anche vicino al gol dalla distanza. I suoi limiti si manifestano quando si affrontano avversari al top ma in queste situazioni resta una valida alternativa.

Caicedo (dal 34’st) 6.5: Stavolta non c’è il Graffio del Panterone sulla vittoria, ma rientra col solito piglio e mette lo zampino nell’azione del gol. Sempre prezioso.

Acerbi 6.5: Se lascia qualche buco è per eccesso di generosità, di fatto gioca l’ultima mezz’ora da centravanti aggiunto per scardinare il bunker parmigiano.

Radu 6: L’ultima mezz’ora gli viene risparmiata per il derby, anche lui prova ad accompagnare l’azione offensiva ma in chiusura ha qualche affanno.

Luiz Felipe (dal 12’st) 6: Una buona mezz’ora nelle gambe per provare ad essere titolare nel derby. Un gran bell’anticipo in “estirada” ma qualche chiusura in ritardo, si vede che non è ancora al top.

Lazzari 6: Si guadagnerebbe anche un mezzo rigore, negato per questione di centimetri. Non manca la generosità tanto che l’ultimo disperato lancio che porta al gol è suo, con così pochi spazi a disposizione non può incidere come al solito.

Parolo 5.5: Parte bene nel primo tempo, la qualità è sempre la stessa ma si eclissa praticamente dopo mezz’ora, è arrivato stanco alla fine di una stagione in cui ha pur sempre offerto un contributo tangibile.

Akpa Akpro (dal 28’st) 6: Sempre qualche imprecisione per lui, ma anche tanta energia, indispensabile in un momento in cui il centrocampo della Lazio rischiava di naufragare.

Cataldi 5: Continua a dare l’impressione di non essere né carne né pesce, quantomeno nello scacchiere di Inzaghi: dopo essere entrato malamente col Genoa, spreca un’altra occasione in quello che era un rientro da titolare che attendeva da tempo.

Escalante (dal 12’st) 6: Conferma di essere la migliore opzione possibile in rosa come vice-Leiva, torna dopo uno stop e non è brillantissima ma rimette ordine nel posizionamento della mediana.

Luis Alberto 5.5: Sfortunato in occasione della traversa colpita, il Mago però commette davvero tanti errori e alla fine non ne ha più, proprio nella giornata in cui Inzaghi gli risparmia la tanto odiata sostituzione.

Fares 5: Anche per lui l’ennesima bocciatura, tanti errori di misura e posizionamento, sembra bloccato dalla paura di sbagliare. Stagione da dimenticare per lui, per mille motivi.

Immobile 7: Zampata importantissima, 150 gol con la maglia della Lazio, 20 in campionato ed è l’unico della storia biancazzurra ad esserci riuscito in quattro campionati diversi. Anche lui non brillantissimo, ma se ha mezza occasione castiga. Regala peraltro due palloni d’oro a Luis Alberto, che colpisce la traversa, e a Muriqi che spreca.

Muriqi 5: La rabbia che riserva al momento della sostituzione alle bottiglie in panchina è tutta verso se stesso e lo capiamo: perde anche questa occasione, quando calcia addosso a Sepe l’assist d’oro di Immobile anche Inzaghi ha un gesto di stizza. In più stavolta non incide neanche nel gioco aereo: stagione nera da resettare ad Auronzo per capire se può stare o no in Serie A, ma servirà un’adeguata preparazione fisica che al momento non ha.

Correa (dal 12’st) 5.5: Come spesso accade quando entra a partita in corso gioca sotto ritmo, anche se nel finale anche lui prova a inventarsi qualcosa più col cuore che con la testa.

L’all. Simone Inzaghi 6: La vittoria è arrivata, il turn over c’è stato e nessun diffidato è stato ammonito. Obiettivi centrati in un partita che non doveva però essere così sofferta, anche se al contrario di chi sta regalando da settimane dai 5 ai 7 gol con disinvoltura agli avversari, il Parma gioca una partita di rigore tattico estremo. Ma la squadra è apparsa distratta, svogliata: il derby all’orizzonte esige un richiamo collettivo.

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