di Fabio BELLI

Le pagelle biancazzurre della sfida decisiva in Champions League tra Lazio e Bruges: dopo 20 anni la Lazio torna tra le prime 16 d’Europa.

Reina 5.5: Colpevolmente non trattiene la conclusione di Lang, che non sembrava irresistibile e porta all’immediato pareggio di Vormer. Sulle uscite alte è la solita sicurezza, ma dopo Dortmund c’è di nuovo il suo zampino su un gol avversario.

Luiz Felipe 5.5: Inizio in sofferenza, dal suo lato nasce il primo gol belga, nella ripresa il fronte dei pericoli resta dalla sua parte anche se non ha colpe sul secondo gol. Ancora un po’ in affanno.

Hoedt 6.5: Finché resta in campo è una sicurezza e conferma i passi da gigante dell’ultimo periodo. Un’ammonizione un po’ sciocca lo costringe a uscire prematuramente dal campo.

Radu (dal 1’st) 5.5: Sembra ancora lontano dalla forma migliore, non è un caso che Inzaghi ne stia centellinando l’impiego. Con lui in campo il terzetto difensivo non offre mai un’idea di piena sicurezza nel secondo tempo.

Acerbi 6: Sui gol stavolta non c’è una responsabilità diretta, si spende tantissimo per cercare di movimentare l’out di sinistra con Marusic troppo statico. Bene ma non benissimo.

Lazzari 7: Trascinatore assoluto nel primo tempo, provoca praticamente da solo l’espulsione di Sobol, è inarrestabile sulla destra. Pecca un po’ di precisione sui cross, ma è stato decisivo coi suoi movimenti.

Milinkovic-Savic 6.5: Primo tempo un po’ opaco, sale in cattedra a inizio secondo tempo smistando palloni preziosi per i compagni, pazzesco uno per Correa. Sul 2-2 resta l’unico baluardo usciti gli altri big, dà tutto sui palloni alti.

Lucas Leiva 7: Probabilmente Inzaghi si è pentito di averlo tolto dopo aver incassato il 2-2. La Lazio ha spesso un buco al centro in cui lui si esibisce in anticipi sontuosi, risolvendo ogni problema e confermandosi giocatore di caratura internazionale.

Escalante (dal 30’st) 6: Prova a mettere ordine, è forse l’unico ad entrare con la giusta concentrazione in un momento molto delicato.

Luis Alberto 7: Decisiva la sua percussione in occasione del primo gol, nella ripresa prova a mandare a segno i compagni e con Immobile c’è sempre grande intesa. Brilla come non aveva fatto ultimamente.

Akpa Akpro (dal 30’st) 5.5: Stavolta entra in un gioco più grande di lui, la sua consueta voglia procura un po’ di confusione, non ha l’esperienza per gestire il delicatissimo quarto d’ora finale.

Marusic 6: Dal punto di vista tattico, come al solito, è diventato una garanzia e fisicamente è sempre utile, soprattutto contro una squadra come il Bruges. Gli manca quel pizzico di coraggio in più in fase offensiva, pur rendendosi protagonista di un paio di scambi interessanti.

Correa 6.5: Freddo in occasione del gol del vantaggio, tenta spesso la giocata ad effetto, a volte esagerando, in altri casi mettendo in netta difficoltà gli avversari. Pecca un po’ di concretezza in una prestazione comunque positiva.

Immobile 7: Si guadagna il rigore in maniera impetuosa, lo trasforma con la solita freddezza, fa salire la squadra con le ripartenze e lotta su tutti i palloni. Peccato per il pallone del 3-1 sprecato, ma il leader di questa Lazio, ora come ora, è lui.

Caicedo (dal 30’st) 5.5: Entra per far salire la squadra che invece si abbassa paurosamente, non certo per suo demerito, ma nel caos finale non trova le giuste misure.

L’all. Simone Inzaghi 6: Sia chiaro, il voto per come la campagna Champions è stata gestita è un 8 pieno. Straordinario che una Lazio senza esperienza in Champions abbia chiuso imbattuta un girone con avversari abituati a questi palcoscenici. Ma stasera, nonostante il buon approccio, qualcosa non ha funzionato nel secondo tempo: troppi leziosismi sul 2-1, superiorità numerica mal gestita, terrore puro nel finale. Uscire sarebbe stata una beffa immeritata, ma sul tiro di De Ketelaere i fantasmi di Salisburgo e Inter si potevano quasi toccare. Un monito per un futuro che regalerà altre straordinarie sfide europee, meritatamente.

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