Giancarlo Padovan, giornalista ed ex direttore di Tuttosport, è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Che la situazione sia sfuggita di mano è un fatto certo, è accaduto perché tutti noi a partire dal Governo abbiamo sottovalutato la situazione. Pensavamo di essere immuni o comunque che il coronavirus riguardasse altri e non noi e ora ci siamo trovati in una situazione complicata in poco tempo. L’Italia è il paese che ha avuto il maggior numero di contagiati e di morti perché le misure draconiane sono state prese quando i buoi erano già scappati dal recinto. Forse il calcio doveva fermarsi prima ma ad essere sinceri inizialmente ero uno di quelli che sperava non si fermasse affatto, poi col passare dei giorni l’esigenza di uno stop è stata evidente. Siamo davanti a un virus a due velocità, al Nord c’è stata una vera e propria strage, al Centro-Sud la diffusione è stata più ridotta ma questo non ci deve incoraggiare a violare le misure del decreto, visto che in moltissimi sono asintomatici e possono portare il virus ovunque senza accorgersene.

Sono stato contento che alla fine l’UEFA abbia rinviato l’Europeo, unico modo per terminare i campionato. Purtroppo di ora in ora la situazione peggiora e il decreto dovrà prolungarsi anche oltre il 3 aprile: spero con tutte le mie forze che questa angoscia finisca, sia perché viviamo una situazione irreale sia perché ci nutriamo anche dello sport, che oltre ad essere uno splendido divertimento è anche un grande affare, e mettere in ginocchio lo sport a causa del virus significa anche mettere in ginocchio l’economia.

Il discorso mirato della decurtazione degli stipendi dei calciatori si possa fare solo in Serie A e in parte in Serie B, le cifre in Serie C sono decisamente inferiore e mi sembrerebbe sbagliato tagliare. Chi guadagna di più potrebbe comunque avere molti modi per contribuire e collaborare con chi sta soffrendo e lavorando in prima linea. Alla fine secondo me non sarà possibile decurtare gli stipendi dei calciatori senza iniziative volontarie, con donazioni che possono essere suggerite ma non pretese.

La cosa certa è che adesso non ci si può allenare. Se anche il Governo sta pensando di interrompere l’attività sportiva all’aperto, anche del podista che va da solo a fare la corsa nei parchi, figuriamoci se può lavorare il professionista che ha contatti nello spogliatoio e anche all’esterno con i compagni di squadra. Adesso non credo si possa fare nulla, chi ha programmato la ripresa dovrà spostarla almeno all’inizio di aprile. Si naviga a vista, di sicuro più di sta fermi più bisognerà impostare una preparazione simile a quella estiva nel precampionato.

La Lazio ha già raggiunto il suo massimo, secondo me, questo non significa che sarà sicuramente seconda, ma può al massimo continuare a rendere su questo già eccellente standard. La Juventus invece sembra avere potenzialità, ma bisognerà capire se Sarri riuscirà a tirar fuori questo “di più”. La pausa in questo momento danneggia più la Lazio, la Juventus ha toccato il punto più basso stagionale a Lione ed è una squadra che fino alla partita con l’Inter è apparsa molto in difficoltà. La Lazio invece era in fiducia e in grande condizione, le lunghe soste non si sa mai dove portano anche se ora ovviamente non si possono avere certezze: la Lazio però stava bene e aveva tutto per proseguire nel suo massimo, che secondo me l’avrebbe portata a scavalcare la Juventus prima dello scontro diretto, per poi giocarsi tutto contro una squadra già battuta due volte su due.

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