di Danilo GALDINO

“Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima. E a chi piange, tutti gli angeli sono vicini…”
Le parole del grande poeta tedesco Hermann Hesse spiegano l’importanza e lo straordinario potere che ha una lacrima.
Dentro quella piccola gocciolina c’è un mare di emozioni e ricordi che neanche il tempo e la morte sono in grado di arginare.
Nel calendario del popolo Laziale ci sono date che non hanno bisogno di spiegazioni.
Oggi è un giorno particolare, di quelli che lasciano sempre un vuoto incolmabile, un buco allo stomaco ed una fitta al cuore.
L’importantissima vittoria a Firenze è il modo più bello di ricordare Vincenzo Paparelli, che anche ieri sera era presente accanto a tutti i figli del suo stesso sentimento nel settore ospiti dello stadio Artemio Franchi.
Ora la Banda Inzaghi deve dare continuità ai risultati utili, perché tra 72 ore si torna immediatamente a giocare un’altra sfida difficile contro il Toro. Nonostante l’entusiasmo e la gioia per i tre punti conquistati in un campo difficilissimo per tutte le squadre di serie A, oggi non si può non pensare a ciò che è accaduto esattamente quarant’anni fa…
Il 28 ottobre è per tutte le vecchie e nuove generazioni di Laziali, il giorno del dolore.
Quando ero poco più che un bambino e camminavo per le strade del mio quartiere, un giorno mi capitò di leggere “10-100-1000 Paparelli”. Incuriosito chiesi a mio padre il significato di quella scritta.
È forse in quel momento, che presi completamente coscienza di cosa volesse significare essere Laziale.
È da quel giorno che iniziò una lotta quotidiana a tutto ciò che fosse infamante e vile. Sfortunatamente nel corso del tempo quelle scritte ignobili continuano sporadicamente a comparire, alimentando il significato di quel tragico giorno di dolore del 1979.
Di padre in figlio, il 28 ottobre è il giorno di Vincenzo…
Di padre in figlio, il 28 ottobre è lutto nazionale…
Di padre in figlio, il 28 ottobre è il giorno delle lacrime…
Dentro a quella gocciolina che nasce dall’anima e si impiglia tra le ciglia, c’è l’essenza di ognuno di noi: orgoglio, amore, ricordo, rabbia e senso d’appartenenza.
Vincenzo vive… come vivono tutti i nostri meravigliosi angeli: lui, Gabriele, Fabrizio e tanti altri.
Vincenzo vive… negli occhi di suo figlio Gabriele, negli occhi di sua nipote Giulia, negli occhi di tutti noi.
Vincenzo vive… perché certe persone si trasformano in emozioni e diventano bandiere…
Il pensiero della bella vittoria contro la Fiorentina, potrà distogliere solo parzialmente i nostri pensieri; le immagini dei goal di Correa e di Ciro potranno addolcire per qualche istante l’amaro che provoca questo maledetto 28 ottobre.
Chi non fa parte del nostro straordinario mondo, vede questo giorno come uno dei tanti numeri che compaiono sul calendario appeso sul muro, ma quello che si prova, non si può spiegare qui, hai una sorpresa, che neanche te lo immagini, dietro non si torna, non si può tornare giù. Quando ormai si vola, non si può cadere più…
Vincenzo vive…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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