di Danilo GALDINO
“Ero matto in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscito”.
La poetessa Alda Merini spiega perfettamente quello che si prova a stare insieme ai figli del proprio stesso sentimento. Dall’esterno siam visti e giudicati come degli incomprensibili folli, ma quella che in modo superficiale viene vista come pazzia non è che passione, amore incondizionato, sensibilità e voglia di sognare.
È veramente strano il mondo del calcio nel nostro paese, l’aspetto fondamentale su cui si basa e regge l’intero sistema pallonaro e tutto il business che ne consegue è la gente, il popolo, i tifosi. Stranamente però, vengono confinati ai margini di ogni discorso, troppo spesso snobbati, combattuti come fossero dei nemici o l’unico vero problema, usati e spolpati fino all’ultimo centesimo e all’ultima illusione.
Abbiamo visto nel corso degli anni i disastri gestionali di personaggi inadeguati, inesperti o incompetenti, messi al timone dei vertici dello sport, delle istituzioni o di importanti società con piazze ricche di tradizione e storia del nostro calcio. I loro errori o orrori, se così li vogliamo chiamare, sono ricaduti sempre e solo sulla testa dei tifosi di tutta Italia.
In questo mondo accecante di luci, interessi di ogni genere e montagne di milioni di euro, infestato da squali e predatori di ogni specie, l’unica componente pura dove è presente ancora il sentimento resta la tifoseria.
Ogni domenica si consumano abusi, prepotenze, forme repressive estreme, trattamenti che violano ogni forma di diritto umano, disagi che soffocano il sentimento e mortificano la sensibilità di persone di ogni età. Tutto questo viene vissuto nel silenzio e l’indifferenza degli organi di informazione, molto meglio occultare o silenziare, spostando l’attenzione su temi che aiutino a far carriera a qualche amico, a scalare posizioni gerarchiche e che non minino gli equilibri di chi spinge la macchina del vapore nella direzione che più preferisce.
Il male assoluto del calcio sono i tifosi… questo è quello che più di qualcuno vuole far credere da anni, ma senza i tifosi tutte le persone che lavorano e mangiano nell’industria calcio cosa farebbero?
Quello che è accaduto meno di 48 ore fa a Ferrara nel silenzio generale, è l’ennesimo sopruso ai danni di liberi cittadini onesti, di famiglie tranquille, bambini sognanti e addirittura di una donna incinta. Queste persone avevano una sola colpa: amare e seguire un ideale che si tramanda di padre in figlio da 119 anni.
“Buongiorno ufficio Marketing, faccio riferimento a Lei non avendo contatti più diretti con la Società.
Vorrei e le parlo con il cuore in mano, leggiate queste mie parole che non avrei mai voluto scrivere, fatto sta che ho preso la notte e qualche ora in più della mattina, prima di raccontarle questa email, ma purtroppo quanto accaduto ieri nella giornata di Spal-Lazio a Ferrara non fa calmare gli animi, perché reputo sia una situazione gravissima, che credo superi e vada veramente ben oltre i limite del rispetto nei nostri e vostri confronti.
Puntualizzo nel dirle che non è un attacco quello che sto per dire, ma uno sfogo che spero vada incontro a provvedimenti visto che è stata una situazione toccante.
Vorrei sapere quanto voi possiate essere al corrente di tutto questo, perché alla fine attacca me in veste di tifoso e lei per quanto riguarda il marketing, la biglietteria, le iniziative e quant’altro.
Parlo del mondo Lazio a 360 gradi, perché ieri ha toccato quello sotto ogni aspetto.
Come le dicevo non ci sono parole, aggettivi che descrivano la giornata trascorsa ieri a Ferrara, di quella che sarebbe dovuta essere una semplice trasferta tra amici, tra risate, passione e un amore che ci accomuna, la LAZIO.
Si sente dire dai piani alti, che noi tifosi siamo freddi, che non c’è tifo, si sente dire “che non ci siamo” e che non si sostiene la squadra come si dovrebbe…
Ma la domanda qui sorge spontanea: “Voi sapete quello che cè dietro a tutto questo?”
Quello che succede dall’acquisto di un biglietto al rientro a casa da una partita?
Sapete che c’è sempre un problema di terminali, che le persone si prendono ore di permessi per fare un biglietto, che si rischia di buttare soldi del treno perché scade il tempo di permesso o perché non viene fatta una prelazione a quegli abbonati e non che come ieri si sono ritrovati in situazioni scomode con il Questore e la sua collega che ha seguito la trasferta.
E grazie al cazzo che il tifo comincia a dare picche, perché “cazzo” una parola fuori posto concedetemela visto che ieri sono stata vittima di un abuso e di un sequestro di persona (ed è una cosa bruttissima da dire). Ho sborsato quasi 200 euro per sostenere la squadra, ho digiunato “per obbligo”, non ho bevuto “per obbligo”, non sono potuta andare al bagno “sempre per obbligo della questura”, perché sono stata portata con l’inganno e a orario ancora lontano dall’apertura dei cancelli dentro allo stadio. Allo scendere dalla stazione di Ferrara, con circa un’altra ventina di persone, siamo stati trasportati anziché nei dintorni, come ci era stato comunicato e tra l’altro senza neanche controllarci un biglietto e per di più con dei bambini.
Premettendo tra l’altro che non c’era stata data comunicazione di ciò, ovvero essere scortati con tanto di camionetta e Questore in persona come si definiva e vivere una situazione da film.
Ebbene sì è proprio così, e se non volete crederci logicamente siete liberi di non farlo, ma visto che arrivati nei dintorni dello stadio ovvero dentro all’area ospiti, un cancello si è chiuso dietro di noi e da lì non ci hanno dato più modo di uscire, mi sono permessa di scattare qualche foto e cominciare a registrare perché credetemi quanto accaduto non è stato bello per niente.
Se mi date l’ok vi farei ascoltare qualche registrazione solo per farvi capire che una giornata di piacere si è trasformata in un incubo, perché è inammissibile che mi vengano chiuse le porte e ancora più inammissibile essere trattati come bestie obbligandoci a non uscire con l’inganno.
Siamo tifosi, eravamo persone normalissime, avevamo bambini, ci siamo privati di altro visto che il costo delle trasferte si fa sempre più altro, ma volevamo esserci comunque e per cosa? Perché il Questore ci prendesse in giro e ci trattasse come bestie, visto che a fine partita ha avuto il coraggio di riaccompagnarci e dire “siete riusciti a mangiare” è da denuncia è inammissibile tutto questo. Tornare a casa esasperati, distrutti per quanto accaduto, non bastava la partita andata in malo modo no.
Mi dispiace essermi dilungata così tanto ma non la mando giù!
Una giornata di piacere trasformata in un incubo, una cosa del genere in trasferta non si era mai vista. Queste sono le cose che creano tensione e fanno succedere cose, perché anch’io ieri ad un certo punto sono uscita di me.
Come potete pretendere così di sostenervi?
Non sono modi questi purtroppo, ci hanno trattato come bestie aspettandoci alla stazione di Ferrara. Hanno creato tensioni quando bastava usare i giusti modi premettendo che la trasferta tra l’altro non prevedeva l’utilizzo della così detta “tessera del tifoso”.
Questo è quanto caro ufficio Marketing, non pretendo risposte a tal proposito, perché io non sono nessuna, ma le chiedo almeno una conferma di recapito email. Sarebbe già rincuorante.
Un cordiale saluto
Veronica”
Questa è la testimonianza di Veronica e suo marito Simone, inviata alla nostra redazione per metterci al corrente di tutto. Ci sono cose che nessuno ti dirà, ci sono cose che nessuno mai saprà, sei nato e morto qua, nato nel paese delle mezze verità…
Sì, forse qualcuno penserà che siamo matti, si domanderà: “Ma chi ve lo fa fare?”, ci vedrà come persone strane, ma siamo solamente degli inguaribili innamorati.
Noi matti di Lazio nostra… i matti come tutto ciò che non si conosce e vive, spaventano e terrorizzano, i matti o quelli che storicamente venivano apostrofati e considerati tali, hanno cambiato il mondo ribellandosi e lottando, realizzato le più grandi imprese, quindi Dio benedica i folli che hanno il cuore dello stesso colore del cielo, perché è solo e soltanto grazie a loro che da 119 anni il nostro sogno cresce e vive nonostante tutto e tutti.
“Ero matto in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscito”.
Più proverete a dividerci e più ci uniremo, più proverete a frenarci e più sosterremo questa nostra fede, più proverete a addomesticare è più lotteremo, più proverete a tapparci le bocce è più troveremo il modo di gridare più forte.
Da sempre ai Laziali ce pensano i Laziali… ed è questo che più infastidisce e manda in tilt i vari burattinai del sistema.
“La gente come noi, va avanti e non si arrende! Più la combatterai, più si difenderà… Non sai tu, questa gente, quante risorse ha!”
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!