di Danilo GALDINO

“Una persona grata è grata in ogni circostanza. Un’anima che si lamenta, si lamenta anche se vive in paradiso.”
In queste passaggio c’è la risposta a tutto quello che accade nel nostro straordinario mondo biancoceleste.
Grati e lagnosi, riconoscenti e disfattisti, innamorati e disamorati…
Ognuno è giusto che abbia la propria idea e faccia ciò che vuole, ma anziché approcciarsi con pessimistico “speriamo che non si infortunino troppi giocatori…”, sarebbe molto più utile e piacevole godersi ciò che di bello abbiamo visto in questo avvio di stagione. Tutti i gufi, le cornacchie ed i corvi travestiti da Laziali, che sperano arrivi presto qualcosa di negativo per scagliarsi contro qualcuno o qualcosa e sfogare frustrazioni ingiustificate, si dovrebbe ricordare tutto ciò che si é fatto negli ultimi tre anni.
La prima pagina della Gazzetta dello Sport di ieri mattina, dovrebbe far riflettere tutti quei Laziali che continuano a parlare di mediocrità, di rosa inadeguata, dei limiti sotto porta del bomber italiano più prolifico degli ultimi anni, della scarsa tecnica di giocatori come Lulic, Radu e Parolo, delle precarie condizioni fisiche di chi ha raggiunto appena i trent’anni d’età e di tante altre idiozie di questo tipo.
Il quotidiano più venduto in Italia per la prima volta dopo molto tempo, considera la Banda Inzaghi la squadra più attrezzata e favorita per il quarto posto. La più vicina a Juventus, Napoli e Inter. È strano che a scriverlo e pensarlo sia una un giornale milanese letto in ogni angolo del nostro paese da decenni e non una testata romana. Chissà perché a Via del Tritone, a Piazza Colonna o Piazza dell’Indipendenza, la pensano in modo diverso, da quelle parti accanto alla parola Lazio o Laziali deve esserci sempre puntuale un bel meno davanti. Ogni mattina vengono dati in pasto al popolo biancoceleste articoli depotenzianti e pezzi al vetriolo, che influenzano e condizionano le menti più labili, generando un costante malcontento.
In troppi a Roma hanno dimenticato i risultati ottenuti da questo allenatore ed il suo staff da quando si sono insediati sulla panchina biancoceleste.
In troppi hanno dimenticato le gioie e le vittorie che ci hanno regalato tutti i nostri ragazzi ogni volta che sono scesi in campo con l’aquila sul cuore.
In troppi hanno dimenticato i tanti sacrifici fatti da tutti i ragazzi della Curva Nord per sostenere e accompagnare la squadra in ogni occasione.
E allora prima di criticare ferocemente tutto e tutti, prima di contestare qualsiasi scelta presa senza neanche conoscere le motivazioni, sarebbe opportuno iniziare qualsiasi disamina o valutazione, con la parola grazie…
Perché c’è ancora qualcuno che non si gode totalmente ciò che di positivo si é fatto e costruito? Perché c’è ancora qualcuno che cova rabbia in silenzio e spera inspiegabilmente in un passo falso per tornare ad ululare alla luna tutta la sua latente insoddisfazione?
Grazie: è una parola che si usa per esprimere gratitudine e ringraziamento. Dietro queste 6 lettere c’è l’essenza del mondo, tanto che Cicerone spiegò che: “La gratitudine è non solo la più grande delle virtù, ma la madre di tutte le altre”.
Grazie a chi ogni giorno combatte il pessimismo, l’amarezza, la depressione, le chiacchiere destabilizzanti, utilizzando esclusivamente le armi dell’amore incondizionato, dell’estremo senso d’appartenenza, della fierezza dell’essere e dell’entusiasmo di viverci.
Grazie a chi ci ha sempre creduto, lottando e lavorando per cancellare quei fasulli segni meno da ogni situazione destabilizzante per la Lazio nostra.
Grazie al Mister Simone Inzaghi e a tutto il suo staff tecnico che in silenzio e con tanta passione, hanno stracciato la diffidenza che li aveva accolti.
Grazie a tutti i ragazzi della rosa che continuano a regalarci emozioni esaltanti frutto del loro sacrificio, del sudore e della determinazione che non mancano mai di dimostrare.
Grazie a tutti quei fantastici poeti guerrieri di ogni età, che non hanno mai vacillato e non hanno mai smesso di sostenere questo splendido gruppo, in casa e in trasferta, in Italia e in Europa.
Grazie è la prima parola che deve comporre qualsiasi pensiero oggi, domani e in ogni importante appuntamento futuro.
“Lazio è casa mia. Io sono un tifoso della Lazio, i miei figli anche: questo è il mio punto d’arrivo.”
Le avete già dimenticate queste parole del nostro Mister?
Simone Inzaghi incarna il sogno di tutti noi, si diverte e fa divertire tutti: i suoi ragazzi giocano con il sorriso sulle labbra, il suo staff impartisce consigli con il sorriso sulle labbra, noi Laziali li sosteniamo con il sorriso sulle labbra. Tutto questo accade sia quando si vince, che quando raramente si perde.
Aldarello nostro spiegò cantando al mondo: “Quanto è bello esse Laziali, Laziali come noi, cor core e co’ li brividi, ce stamo solo noi…”
È sempre bello essere e sentirsi Laziali, in ogni giorno della propria vita, ma in questi ultimi tre anni lo è stato ancor di più… impariamo tutti a godercela al meglio la Lazio nostra, senza dare troppo peso alle tante parole acide che ascoltiamo e leggiamo ogni giorno.
Godi, ridi e divertiti più che puoi, con la Lazio mia, la Lazio tua, la Lazio nostra nel cuore…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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