di Danilo GALDINO
La differenza è costante, è evidente, si nota ovunque e in ogni occasione durante l’arco di una giornata vissuta nella nostra città. In mezzo al traffico, mentre si passeggia per le strade o in un centro commerciale, al bar, al cinema, come all’ingresso di una scuola. La differenza tra me e te… è nello stile, nell’eleganza, nella sobrietà e negli atteggiamenti composti e mai sguaiati, volgari e beceri. Chi cerca in tutti i modi di farsi notare con stravaganza ed eccentricità, spicca tra la folla e strappa il sorriso beffardo di chi osserva divertito lo spettacolo pittoresco e grottesco. “L’importante è non farsi notare, ma ricordare…” Questa è la spiegazione migliore per far capire la netta differenza che c’è tra il nostro popolo e “gli altri”. Sì “gli altri”, come amava chiamarli e apostrofarli il più importante e vincente dirigente sportivo d’Italia, il nostro Generale Giorgio Vaccaro: “Noi siam’ la Polisportiva Lazio e con gli altri non abbiamo nulla a che spartire…” La differenza tra me e te… non è circoscritta alla sfera sportiva e calcistica, ma abbraccia ogni cosa: acconciature bizzarre; creste e decolorazioni; bambolotti e bruchi; tute colorate e sgargianti; canottiere con fulmini e saette; cappelli da giullare e parrucche da Mago Galbusera; accappatoi indossati come giacche da sera; collane e capezze da rapper americano; maschere da indiani, americani e sceicchi non a carnevale, ma in qualsiasi stagione dell’anno; eccentricità estrema, ostentazione del brutto, del becero, del volgare e del cattivo gusto per cercare di farsi notare a tutti i costi. A noi Laziali tutto questo non è mai piaciuto e ci ha sempre infastidito, semplicemente perché le nostre radici affondano da sempre nella parte più nobile ed elitaria della città: “I Laziali avevano naturalmente una certa élite, è stato sempre così, la Lazio ha avuto sempre qualcosa di élite”. A dirlo non è stato solo il Generale Giorgio Vaccaro, ma questa è la candida ammissione della bandiera giallorossa Amedeo Amadei. “Lo stile è eleganza non stravaganza. L’importante è non farsi notare, ma ricordare”. Farsi ricordare… e noi ci siamo riusciti bene: non c’è un solo giorno da quel 26 maggio 2013 che l’incubo, la ferita, la rabbia e la delusione riaffiora non solo nella settimana che precede il derby, ma ogni giorno in cui si sente o legge il nome Lazio… Da sempre, loro sono il nostro passatempo più divertente e non c’è un solo giorno della nostra vita, che non venga ringraziato il Generale Giorgio Vaccaro per aver scongiurato il pericolo di una mescolanza. Finalmente ci siamo! È arrivata la settimana del derby, tra 82 ore si vivrà l’ennesima giornata di contrapposizione marcata ed evidente, è facile trovare le giuste motivazioni ed entrare subito nel clima derby. Non servono troppe considerazioni, scavare insistentemente nei ricordi passati, o farsi assalire da dubbi o incertezze, ma serve solamente guardare bene intorno a noi, per capire tutto. La differenza tra me e te… È quella la mia più grande vittoria, la gioia dell’essere qualcosa di diverso, semplicemente la differenza, la distinzione tra la massa. “Dovevamo sbranarli, bisognava vincere, neanche il pareggio, non era possibile perdere contro la Roma: andai negli spogliatoi loro a dire: Vi aspetto fuori in campo! Assurdo, ma io lo sentivo molto il derby. La mia fortuna era che ero diventato tifoso della mia squadra”. Sono passati 45 anni da quel 31 marzo del 1974, è trascorso molto tempo, ma quel dito puntato sotto la Curva Sud di Giorgione, lo ricordano bene tutti, anche chi non era presente quel giorno all’Olimpico o non era neanche nato. Da un centravanti campione d’Italia tifoso Laziale ad un altro, quasi mezzo secolo dopo. C’è un filo conduttore che unisce Giorgione e Simone Inzaghi, c’è lo stesso amore per i colori del cielo, per l’aquila e per i Laziali. Domenica chiunque indosserà una maglia della Lazio nostra, avrà un po’ di Giorgio, un po’ di Simone, un po’ di te… Domenica, lui come tutto il resto della sua Banda, avrà bisogno di te, di me, di tutti noi… il derby da sempre si vince con il coraggio e l’audacia, con la fede e con l’ardore, con il sangue freddo e la concertazione estrema, con tutta l’energia e la voglia che si possiede. Ancora pochissimi giorni e finalmente sarà derby… e se tu ci sarai, io ci sarò… Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!