di Danilo GALDINO

Se fossimo seduti all’interno del “bar dei sogni” a ridere, confrontarci e parlare della Lazio nostra, in un qualsiasi giorno d’estate, potendoci relazionare e confrontare con una clientela speciale composta da tante persone estremamente intelligenti e illuminate, sarebbe tutto molto più piacevole e stimolante. Sorseggiando il nostro buon caffè mattutino e sfogliando i soliti quotidiani che si occupano delle vicende sportive di questa città e dell’intera Italia pallonara, ci verrebbe il solito dubbio ad alta voce: “Ma quanti nemici della Lazio e dei Laziali ci sono nelle varie redazioni giornalistiche?”
Sicuramente ascoltando la nostra domanda, il buon Oscar Wilde seduto al solito tavolo accanto all’uscita, sorriderebbe e risponderebbe:
“Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più.”
Ascoltando quelle parole il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy rincarerebbe prontamente la dose aggiungendo: “Sì, perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi.”
Incuriosito da questo bel conciliabolo onirico, da in fondo al bancone arriverebbe la voce squillante di Martin Luther King: “Per farsi dei nemici non è necessario dichiarare guerra, basta dire quello che si pensa.”
Noi nel corso del tempo ci siamo fatti tutti un’idea ben chiara di chi è nemico più o meno dichiarato dei Laziali, di chi è ambiguo o infido nei confronti della Lazio nostra, sappiamo bene chi è nato e cresciuto Laziale e chi invece fa finta di esserlo diventato per lavoro.
Tutti noi sappiamo benissimo che i livelli di dolore, sofferenza, frustrazione e bruciori di stomaco, sono arrivati ai picchi massimi dopo l’ennesimo trofeo conquistato esattamente 58 giorni fa e mesi e mesi di sconfitte, addii inaspettati e traumatici, rifiuti e due di picche da parte di allenatori e giocatori, cessioni e partenze illustri.
Chi è un Laziale attento, sa bene che in queste ultime sette settimane hanno provato in tutti i modi a minare e soffocare la nostra serenità e felicità. Ormai la prima pagina che puntualmente compare davanti ai nostri occhi è sempre la stessa ogni santissimo giorno: titolo a nove colonne celebrativo con foto poster e richiami cromatici ben chiari, per una squadra che nella realtà annaspa tra ogni genere di difficoltà e vive uno dei momenti più critici dal 26 maggio 2013 ad oggi.
Per la Lazio nostra titolo in taglio alto con spesso notizie depotenziate e con il segno meno davanti.
“Conte è fatta”, “Sarri è fatta”, “Gasperini è fatta”, “Barella è fatta”, “Mancini è fatta”, “Higuain è fatta” e via via ogni giorno un titolo del genere con un nome sempre più importante accostato alla associazione sportiva giallorossa. Ma alla fine si è saputo chi l’ha fatta?!? Perché da settimana il tanfo delle false notizie ristagna per i vicoli e le piazze della nostra città, mescolandosi con l’olezzo nauseabondo dei secchioni della spazzatura stracolmi.
Dal momento in cui il capitano Senad Lulic ha alzato in cielo la settima Coppa Italia vinta nella nostra storia, abbiamo iniziato a leggere che un po’ tutti sarebbe andati via dalla Lazio nostra: dall’allenatore e tutto il suo staff, passando per il Direttore Sportino, il Club Manager, tutti i migliori giocatori fini ad arrivare al custode di Formello.
Finalmente oggi la squadra partirà per Auronzo di Cadore ed inizierà la quarta stagione con Simone Inzaghi a guidare la sua Banda. Con loro ci potrebbe essere anche Stefan Radu e sicuramente questa è la notizia più bella che aspettiamo tutti noi. Tutto ciò che è accaduto di negativo negli ultimi mesi, dovrebbe finalmente risolversi positivamente ed essere superato per la soddisfazione di tutti noi. Chissà dove si nasconderanno tutte quelle persone che hanno soffiato sulla fiamma di questa vicenda, con teorie cospirative e fantasiose. Con che faccia continueranno a scrivere e commentare le vicende biancocelesti? Chissà cosa troveremo nelle edicole nei prossimi giorni? Ormai quasi tutti i Laziali sanno bene che i nemici più pericolosi non sono quelli che vestono alla luce del giorno con saette e fulmini gialli e rossi, ma il grande problema da dover affrontare quotidianamente, sono tutti quei lupi mascherati da pecore che si mescolano e mimetizzano tra le nostre fila.
Da sempre, ai Laziali ce pensano i Laziali… quindi armiamoci di tanta pazienza e godiamoci questa nuova stagione 2019/2020 che sta per iniziare sotto le tre cime di Lavaredo.
Usciti dal nostro “bar dei sogni” possiamo guardarci bene intorno e sorridere di gusto, proprio come fece Stefan Radu nell’ultimo derby vinto osservando un Kolarov furente e sconfitto uscire dal campo…
Mai come ora, quant’è bello esse Laziali, Laziali come noi…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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