di Danilo GALDINO

Da bambini un po’ tutti avevamo un salvadanaio, noi romani da sempre lo chiamiamo dindarolo.
Ma cosa è un salvadanaio? Letteralmente il suo significato è piccolo recipiente di varie forme e materiali, fornito di una fessura sufficiente per farvi passare una moneta. Viene usato per conservare i soldi.
Ma il salvadanaio non è solo questo, perché quando sei piccolo e ingenuo, quel contenitore nel nostro immaginario prende quasi le sembianze di un forziere, di un tesoro capace di esaudire ogni tipo di desideri. Paghette, mancette, regalini, ogni rara banconota e tutte le monetine non erano semplicemente soldi, ma una speranza… la speranza di avere un pallone nuove, una maglia della Lazio nostra, un paio di scarpini nuovi, un trenino, un robot o qualsiasi piccolo grande desiderio.
Una monetina a te, una monetina a me, una monetina e fanno tre… monetina dopo monetina si arrivava al fatidico momento in cui si prendeva in mano il martello e si scopriva il nostro tesoro.
L’eccitazione e l’adrenalina era tanta e in quel momento ci sentivamo tutti più grandi e indipendenti. Stupore, gioia o insoddisfazione si scatenano al momento della rottura del salvadanaio.
Per certi versi è quello che continua ad accadere ogni anno a tutti noi, perché alla fine un tifoso è solamente un uomo che continua a vivere intensamente quella componente di fanciullezza che sprigiona amore incondizionato e voglia di sognare.
Noi tolta una parentesi di dodici anni, per la quasi totalità della nostra storia ultra secolare, al momento del calciomercato abbiamo trovato solo tante monetine e poche, pochissime banconote, i nostri sogni di acquistare e comprare qualcosa di costoso e importante, si dissolvevano ancor prima di iniziare.
Cumuli e cumuli di monetine per racimolare un gruzzoletto che ci permettesse di prendere qualche giocatore nuovo, da scoprire, valorizzare e sostenere per tutta la stagione.
Quest’anno stiamo vivendo il calciomercato in modo diverso rispetto al passato. Forti dell’ennesimo trofeo vinto, delle conferme dei principali artefici dei successi degli ultimi anni, consapevoli che la nostra squadra possiede già diversi assi corteggiati e sognati da altri club, sappiamo che questa Lazio nostra va rafforzata con innesti mirati e di qualità in alcuni settori del campo. Non ci saranno rivoluzioni, rifondazioni o ridimensionamenti, come accade da altre parti. La nostra stabilità economica ci permette di andare davanti alle vetrine dei vari giocattolai italiani o stranieri, per individuare qualcosa di bello e utile. Anche i giochi più conosciuti e appetiti, che un tempo venivano considerati sempre troppo costosi per le nostre monetine, oggi sono alla nostra portata. Possiamo spendere 15-20-25 milioni di euro per un solo calciatore, proprio come è accaduto la scorsa estate per Correa. Nel caso di una cessione importante si potrebbero investire su un solo giocatore, quello che normalmente veniva investito una decina di anni fa, per l’intera campagna acquisti.
È inutile interrogarci e lamentarci troppo davanti a nomi improbabili, impronunciabile e improponibili, invece di voltare frettolosamente le spalle a questa vetrina chiamata mercato e deprimerci come vorrebbe qualche penna distruttrice, attendiamo speranzosi con le nostre tasche piene di monetine e sogni.
C’è un deludente ottavo posto in classifica da dover migliorare assolutamente, lo sa bene il nostro Mister, la società e tutti quelli che fanno parte di questa Banda Inzaghi.
Tanti nomi scorrono quotidianamente davanti ai nostri occhi e fino al 31 agosto molti altri ne passeranno come accade in ogni estate.
Sicuramente non abbiamo salvadanai stracolmi di banconote come altri fanciulli torinesi o di altre importanti città europee, ma il nostro tesoro più grande e inestimabile è sempre le base su cui ripartire e fare affidamento: il nostro popolo, con i nostri fratelli è il nostro senso d’appartenenza che non ha eguali.
Anziché lamentarci preventivamente, preferiamo alimentare la speranza di credere e continuare a vincere. La nostra vittoria più grande si consuma quotidianamente in un abbraccio, in uno sguardo d’intesa, in un grido rabbioso, in un sorriso condiviso con un apparente sconosciuto.
Per più di 20.000 poeti guerrieri biancocelesti, l’acquisto più importante non indossa un paio di scarpini fluorescenti, ma è qualcosa che permette di esserci e di vivere certe emozioni da protagonisti. Nei prossimi giorni partirà la campagna abbonamenti e tra un mese si ricomincerà come sempre da Auronzo di Cadore, per una nuova stagione da vivere insieme, sì insieme… io e te… io e te… come nelle favole…
Oggi più di più ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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