di Danilo GALDINO

Il rebus è un gioco enigmistico classico consistente in una vignetta che il solutore deve interpretare per ricavarne una frase risolutiva. La parola “rebus” è anche metafora di una situazione intricata e di difficile interpretazione.
L’attuale situazione delle panchine di mezza Italia è un vero rebus: delle prime otto squadre classificatesi in serie A, solamente il Napoli è sicuro di ricominciare la prossima stagione con Carlo Ancelotti. Non era mai accaduta prima una situazione del genere, tra fallimenti e delusioni, tra lunghi cicli arrivati alla conclusione e ricerca di nuovi stimoli, il ballo delle panchine è in pieno svolgimento. In questa settimana e subito dopo la finale di Champions League di Madrid, questo indecifrabile rebus verrà risolto. Chi sarà il nuovo allenatore della Juventus? Sarri o Guardiola? Chi sarà l’allenatore del Milan? L’inter ripartirà da Antonio Conte e gli altri riusciranno a portare via da Bergamo Gasperini? Sicuramente di tutte queste domande che attendono risposte importanti, quella che interessa a tutti noi Laziali riguarda il nostro Simone Inzaghi. Allora resta o va via? Questa decisione è vista come un gran bel rebus, dove in tanti danno un’interpretazione differente e diversa in base a ciò che non si sa, si ipotizza, si suppone, si immagina o si desidera.
C’è chi non ha aspettato neanche il triplice fischio della Finale di Coppa Italia per seminare pessimismo e disfattismo, provando a dipingere un presente catastrofico, dove tutti andranno sicuramente via: Inzaghi ed il suo staff stanno aspettando la chiamata di pinco o di pallo prima di dare risposte a Lotito, Igli Tare andrà al Bayern Monaco e verrà sostituito da Angelo Peruzzi e Stefano Mauri che non hanno mai fatto un solo giorno i Direttori Sportivi, i giocatori migliori saranno tutti ceduti e quelli che resteranno sono buoni giusto per l’ammazzatora. Tra scherzi fatti ai dirigenti e diventati improvvisamente non notizie, tra incontri casuali avvenuti in un aeroporto diventati primi sondaggi per la nuova panchina, tra ipotesi fantasiose di penne che brancolano nel buio, il rebus della Lazio nostra è diventato più complicato di quello che è veramente.
La Lazio vuole Inzaghi… Inzaghi vuole la Lazio… e si sta parlando per proseguire nel migliore dei modi un rapporto che va avanti da ben tre anni.
Simone Inzaghi oltre ad essere un ottimo allenatore che in 156 partite ufficiali con la Lazio, ne ha vinte 82, pareggiate 30 e perse 44, in 3 stagioni ha raggiunto 3 finali nazionali e vinto 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Italia. Simone Inzaghi è Laziale proprio come te, come me, come tutti noi, e proprio perché vive il suo lavoro accompagnato da una grande passione, desidera solo il meglio per lui e tutto il popolo biancoceleste.
In queste settimane si è detto e letto di tutto e di più sul mondo Lazio e su tutti i suoi protagonisti, perché in molti soffrono nel vedere una Lazio di Laziali, vincente e felice, in una città che annaspa nel disagio, nel dolore, nella delusione e nell’incertezza. Se qualcuno piange nella Capitale, nessuno può e deve ridere felice dall’altra parte del Tevere, questo è il diktat lanciato in tutte le redazioni sportive da sempre. Sono passati precisamente tredici giorni dall’ennesima finale vinta dalla Banda Inzaghi e in molti hanno lavorato affinché sembrasse già trascorso un secolo da quell’importantissima vittoria conquistata meritatamente sul campo, contro l’avversario più in forma dell’intera serie A.
Nelle prossime 72 ore il rebus sarà risolto, alcuni protagonisti partiranno per una meritata vacanza e altri si metteranno a lavoro per preparare la Lazio 2019/2020.
Spesso le risposte sono più semplici di quello che sembrano, sono davanti ai nostri occhi e non riusciamo a notarle o peggio ancora non vogliamo vederle.
Ancora pochi giorni e le tante illazioni verranno cancellate via da una risposta che la stragrande maggioranza di noi attende impaziente. La Lazio del futuro dovrà avere un volto nuovo e sarà chiamata a stupire per l’ennesimo anno, lo sanno bene tutti i protagonisti degli ultimi anni, quindi tutto dovrà essere fatto nel giusto modo, il margine di errore dovrà essere ridotto ai minimi termini, saranno necessarie idee nuove e stimoli maggiori.
Come ogni anno, c’è chi teme di non essere all’altezza per la prossima stagione, facendosi già influenzare dalle tanti voci fantasiose che riguardano tutte le altre squadre di vertice. Sicuramente la concorrenza sarà ancora più forte ed agguerrita, ma non va assolutamente dimenticato ciò che è stato dimostrato in queste ultime tre stagione dalla Banda Inzaghi, certi numeri e tutti i record realizzati non possono non essere presi in considerazione. Fortunatamente tra tanta confusione ed incertezza, troviamo anche chi ha le idee già ben chiare e sa come dovrà comportarsi un tifoso innamorato in modo incondizionato: attendere impaziente l’apertura della nuova campagna abbonamenti, aspettare curioso ed emozionato la presentazione delle nuove maglie, e prepararsi alla prima parte del ritiro di Auronzo di Cadore con le primissime amichevoli stagionali sotto le Tre Cime di Lavaredo tra il 14 e il 28 luglio, e poi trasferirsi in giro per l’Europa nella seconda parte del ritiro a giocare le varie amichevoli.
Restare lucidi è l’unico modo per non farsi sopraffare da inutili isterismi ed uscirne vivi dalla solita estate turbolenta.
La fiera delle chiacchiere è partita ufficialmente da una settimana: frottole, bugie e balle, verranno date in pasto a tutti noi come fossero granite, gelati o bevande ghiacciate. Non ci resta che fare un gran bel respiro e prepararci a sopportare ancora parecchie balle, balle su balle fino alla fine di agosto.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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