di Danilo GALDINO

Le vittorie sono tutte belle, le vittorie fanno sempre sorridere, le vittorie ti fanno stare bene, le vittorie cambiano l’umore e rendono le giornate meno pesanti, le vittorie aiutano a vincere, ma le vittorie non sono tutte uguali e non hanno tutte la stessa importanza…
Sabato alle 20:29 in tanti aspettavano un nostro passo falso, lo speravano tutti: tifosi giallorossi, rossoneri, atalantini, granata, banchieri, finanzieri creativi, manager indebitati, fratelli muratori, sindaci simpatizzanti e governatori faziosi, designatori rancorosi, fischietti velenosi, direttori di quotidiani, redattori, titolisti, autori e conduttori televisivi, blogger, leccaculo, puttane e giornalai… una lista talmente stracolma di personaggi, comunità e figure di ogni genere, che Rino Gaetano ci avrebbe potuto scrivere un intero album elencandoli tutti.
Dopo le ultime quattro partite ufficiali tra campionato e coppe, senza una sola vittoria, la pressione mediatica sulla Lazio nostra era salita alle stelle prima di questo derby. Tutti speravano che i punti di distanza in classifica aumentassero fino a creare un solco irraggiungibile e a prova di pericoli, tutti si auguravano che questo gruppo dopo tre anni si spaccasse in mille pezzi, tutti speravano che la Banda Inzaghi dopo tanto lottare alzasse definitivamente bandiera bianca e invece…
Questo gruppo ha le palle d’acciaio, ha una forza che gli permette di correre il doppio di un avversario con tre giorni più di riposo sulle gambe, ha la capacità di resistere e reagire all’infortunio dell’attaccante più forte della serie A, ha il carattere di superare i contraccolpi psicologici che causa un’eliminazione da una competizione europea. Una squadra che lotta e sa soffrire come una neopromossa, che sfodera una prestazione brillante, che gioca un calcio efficace e a tratti travolgente, che se ne frega dei torti subiti e va avanti per la sua strada come uno schiacciasassi inarrestabile.
Con la vittoria di sabato sera, siamo arrivati a raggiungere quota 41 punti e con una partita in casa con l’Udinese da dover recuperare. Nuovamente attaccati con le unghie e con i denti al treno delle squadre che lottano per il terzo e quarto posto, ed in restanti posti di Europa League.
Tutte le vittorie sono belle, ma non tutte le vittorie hanno lo stesso valore…
In questa stagione difficile di vittorie ne sono arrivate 12, e come perle verranno custodite gelosamente nello scrigno dei ricordi che fanno comparire sempre lo stesso sorriso, ma se dovessimo prenderle tutte singolarmente e le pesassimo sulla bilancia dell’importanza, ci accorgeremo che tutte insieme non valgono quanto una serata come quella vissuta sabato sera. Il modo in cui è stato conquistato il bottino pieno contro i nostri eterni rivali, ha un peso specifico che fa la differenza.
Ora però bisogna già inquadrare la prossima tappa di domenica sera.
Next Stop: Firenze
Prossima Fermata: Stadio Artemio Franchi
Lo scorso campionato, il 18 aprile contro i Viola, la nostra Banda sfoderò la più bella prestazione della stagione, vincendo 3-4 e superando tutto e tutti, compresi gli arbitri che fecero di tutto per frenarci.
Spinti da una doppietta di un super Luis Alberto, in quell’occasione tirammo 17 volte verso la porta e chiudemmo l’incontro con il 62% di possesso palla.
A distanza di un anno questa partita rappresenta nuovamente un esame importantissimo ed un ostacolo difficilissimo, ma questa Banda Inzaghi è ad immagine e somiglianza del suo Mister e del suo popolo: non molla, non si lascia intimorire da niente e nessuno, questa squadra usa il campo di gioco per prendersi rivincite, consumare vendette sportive e ristabilire la giustizia dei commenti e dei risultati.
Le vittorie son’ tutte belle, ma quelle che devono ancora arrivare lo sono ancor di più… siamo felici, siamo orgogliosi e soprattutto siamo consapevoli che con questa Banda Inzaghi ci saranno ancora parecchi momenti esaltanti ed entusiasmanti.
Oggi è il 5 marzo e 76 anni fa nasceva a Poggio Bustone il Re della musica italiana, lui come noi, non poteva che essere Laziale. Sicuramente anche Lucio guardando gli abbracci di Simone Inzaghi a suo figlio, o le nostre bandiere sventolare a fine gara, si sarebbe emozionato felice e avrebbe ripensato alla sua Lazio di Maestrelli e a quell’Olimpico scoperto completamente colorato di biancoceleste.
In un mondo che, non ci vuole più, il mio canto libero sei tu…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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