Arturo Diaconale, Responsabile della Comunicazione della Lazio, è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Purtroppo c’è una tendenza a scaricare sulla Lazio e sui suoi tifosi ogni genere di tensione. Dobbiamo resistere a questo e la battaglia che stiamo portando avanti è proprio quella di combattere i pregiudizi. Oltretutto i cori di cui si è parlato sono stati avvertiti da pochissime orecchie perché si trattava, come rilevato dalla Digos, di un gruppetto di dieci ragazzi che non possono essere rappresentativi di un intero stadio. E’ come se si volesse rappresentare una realtà drogata ed è ciò contro cui ci dobbiamo battere, per non ritrovarci al centro di operazioni mediatiche che vengono fatte per tendenza a rincorrere la notizia più clamorosa.

Ci vuole assolutamente equilibrio sulla questione, anche quello che ha detto Ancelotti va interpretato: ha affermato che quando certi cori sono di una certa intensità bisogna interrompere momentaneamente le partite e dare l’annuncio del pericolo di chiusura. E’ stato prudente, soprattutto è necessario che non si confondano i cori di diecimila con quelli di dieci, e soprattutto ci vuole anche la voglia di non trasformare il campionato di calcio in una rissa perenne tra buoni e cattivi, separati in due categorie in maniera manichea.

Credo che la società stia cercando di difendere al massimo la sua immagina e quella dei tifosi, immagine che è un tutt’uno perché la forza di una società dipende dalla capacità dei tifosi di essere al fianco della squadra e viceversa. Credo vada rincorso il rispetto delle norme e il rispetto della verità: tutte quante le ricostruzioni “drogate” della situazione relativa a Lazio-Novara si sono scontrate con la realtà dei rilievi della polizia. Il Ministro degli Interni Salvini si è mostrato contrario alla chiusura degli stadi salvo episodi clamorosi, e quindi scatta la polemica politica di chi vuole chiudere gli stadi per andare contro le opinioni del Ministro. Se una posizione è di buon senso, presa e fatta propria da tutte le autorità del calcio, va abbracciata senza remore, anche perché altrimenti dieci persone possono provocare la fine di una partita. Meno partigianeria, più buonsenso e più realismo comporterebbero un passo avanti nella soluzione del problema.

Non metto in discussione la buona fede, ma prendo atto che c’è una sorta di piscosi che tende a “drogare”, gonfiare e rinforzare al massimo una notizia per colpire l’attenzione dell’opinione pubblica. Alla lunga però falsare le notizie comporta una perdita di credibilità, gridare sempre “al lupo al lupo” comporta una perdita di attenzione, non si segue più un modo di dare notizie legate a un certo politicamente corretto ormai imperante in Italia. Questo andazzo verso la Lazio va avanti da un po’ troppo tempo, e parlando da tifoso non c’è la controprova riguardo al fatto che se la squadra fosse tredicesima ci sarebbe lo stesso questo tipo di “attenzione” mediatica.

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