Quello appena trascorso doveva essere il suo anno, la stagione in cui avrebbe dovuto mettere in vetrina la sua classe, la sua voglia di fare.

Non è stato così per colpa di un infortunio agli adduttori che lo ha tenuto fermo 128 giorni. Si è fatto male nella seconda parte del ritiro, il 31 luglio. Fino a quel momento stava ben impressionando, segnava gol a raffica, con Immobile formava un tandem d’attacco che si completava a meraviglia.

Poi, il buio: quattro lunghi mesi di stop, oltre venti partite saltate. Ha sofferto in questo periodo ma è cresciuto mentalmente. Non si è fatto abbattere da questo imprevisto ma ne è uscito più forte. Ad aumentare la sua consapevolezza anche un confronto duro con Inzaghi che gli è costata la convocazione per la trasferta di Napoli ma che poi ha permesso a tecnico e giocatore di remare dalla stessa parte con ancora più grinta e determinazione.

Dal suo ritorno in campo, il 7 dicembre, in occasione della trasferta di Waregem, con lo Zulte, salvo la gara coi partenopei, non si è mai fermato.

Quella è stata la prima di 32 presenze totali che il brasiliano ha collezionato nel corso della seconda parte di stagione. Ha preso parte a 21 incontri di Serie A, 4 di Coppa Italia e 7 di Europa League, in molti dei quali è stato decisivo.

In Europa è stato devastante, le sue discese ed i suoi scatti brucianti spaccavano spesso le partite e permettevano alla Lazio di uscire fuori da situazioni complicate. Ha trascinato con i suoi lampi la squadra fino ai quarti di finale.

Il bilancio della sua annata è più che positivo. Giocando mezza stagione ha messo a segno 8 reti e fornito 10 assist. Realizzando di media una rete ogni 220 minuti giocati.

(fonte: sslazio.it)

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